Una famiglia italiana che sottoscrive un mutuo di 100mila euro a 30 anni è costretta a pagare una rata mensile di 69 euro più alta – 828 euro in più all’anno – del mutuatario di Eurolandia. Questo “ingiustificato saccheggio, vero e proprio furto con destrezza” costerà a conclusione del mutuo un esborso di 24.840 euro in più. E’ la denuncia di Adusbef e Federconsumatori, che evidenziano anche come per un prestito di 30mila euro a 10 anni il cittadino italiano paga una rata mensile di 23 euro in più – 276 euro in più l’anno – di un cittadino medio della Ue. Al termine dei 10 anni, avrà pagato 2.760 euro in più.

Nella consueta elaborazione Adusbef dei dati Bce e Bankitalia aggiornati al dicembre 2012 emerge che, nonostante impercettibili diminuzioni del differenziale di tasso sui mutui tra Italia ed Ue, passato a +119 punti base a dicembre 2012, rispetto a +124 di luglio 2012, le banche italiane “continuano, col concorso del controllore, a saccheggiare le famiglie”. In un anno (novembre 2011 – dicembre 2012) è quasi raddoppiato infatti il differenziale Italia-Eurolandia tra i tassi medi applicati a mutui e prestiti. A dicembre 2012, il differenziale per i mutui risulta di +119 punti base a nostre spese (era +67 a novembre 2011). Per i prestiti personali e credito al consumo risulta +152 (contro il + 84 di novembre 2011).

Le banche, inoltre, continuano ad approfittare del basso livello dell’Euribor (per i tassi variabili) ed Eurirs (per i tassi fissi) per imporre spread altissimi sui mutui. Per i mutui a tasso variabile, gli spread applicati vanno dal 2,70 al 4 per cento con punte oltre il 4,50. Per i mutui a tasso fisso, gli spread applicati sono più alti: dal 3,00% ad un massimo del 5,00%. In pratica, l’offerta delle banche per i mutui va dal 3 al 4,5 per cento se a tasso variabile, dal 5,2 al 6,8 se a tasso fisso.

MORTE DEI PASCHI

di Elio Lannutti e Franco Fracassi 12€ Acquista
Articolo Precedente

Caro Giannino, anche la tua austerità è un boomerang per il debito pubblico

next
Articolo Successivo

Istat, il 2012 finisce con un tonfo economico

next