Sono più di 5 milioni gli israeliani chiamati al voto per eleggere i 120 parlamentari della Knesset. La vittoria del primo ministro in carica è considerata cosa fatta, anche se sembra sempre più chiaro che per governare avrà bisogno dei voti dei partiti religiosi, che porteranno in Parlamento più di un trentina di eletti. Il quartiere ebraico della città vecchia di Gerusalemme è abitato quasi esclusivamente da ebrei ortodossi. “In Israele –spiega uno di loro arrivato dalla Svizzera una trentina di anni fa – religione e Stato sono una cosa sola”. Il bisogno di sicurezza che sentono gli israeliani è uno dei principali motivi che spingono gli israeliani verso l’estrema destra: “Netanyahu sarà capace di mantenere libera la nostra terra” conferma una signora che dice di aver votato per uno dei maggiori partiti religiosi. La questione palestinese rimane sempre sullo sfondo: “Non sanno cosa vogliono, fanno solo un sacco di rumore per avere i soldi dell’Arbia Saudita”, conclude un signore con un cappello a falde larghe, tipico degli ortodossi  di Cosimo Caridi

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