“Un donatore di sangue”. Così si è definito ieri sera Bruno Tabacci, dopo aver chiuso la sua corsa per le primarie del centrosinistra con un modesto 1,1%. “Abbiamo permesso che il dibattito si allargasse anche al centro”, ha spiegato dalla sede del suo comitato elettorale a Milano. “C’è una parte dell’elettorato più moderato che ha ritenuto di contribuire”, aggiunge Tabacci, “per rassicurare il Paese sulla possibilità di costruire una coalizione in grado di prendersi le sue responsabilità”. Una possibilità alla quale hanno dimostrato di credere i quattro milioni di votanti che ieri hanno preso parte alle primarie. Un segnale contro il ‘partito del Monti bis‘? Niente affatto: “Andare oltre Monti è una responsabilità che il centrosinistra deve caricarsi sulle spalle”, spiega l’assessore al bilancio del Comune di Milano, “perché non si può semplicemente voltare pagina. Se torna la politica, dev’essere migliore di quella che c’era prima”. E poi, chiude Tabacci, “Mario Monti sarà comunque utile, quale che sia il ruolo che andrà a ricoprire”. Mentre sul ballottaggio tra Renzi e Bersani, per ora Tabacci non si sbilancia. “Sono entrambi portatori di un’esigenza di completamento del centrosinistra”, risponde, “della quale dovranno tenere conto”  di Franz Baraggino

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