“Questa crisi economia non ferma la scienza, la creatività, l’innovazione. Indipendentemente da qualunque spread, non si può fermare il nostro pensiero”. E’ il pensiero di Umberto Veronesi, direttore scientifico dell’Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano, nel suo intervento alla cerimonia per la Giornata nazionale per la ricerca sul cancro, oggi al Quirinale alla presenza del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. “Stiamo per entrare in una nuova era della ricerca scientifica – prosegue – che noi chiamiamo ‘Grin’, acronimo di genetica, robotica, informatica, nanotecnologie, con cui pensiamo di far fare un enorme balzo in avanti alla società. Questo è il quadro che vedo in futuro, un quadro ottimistico, perché sono convinto che potremo fermare il cancro, la più antica e la più crudele delle malattie”.

L’obiettivo, spiega l’oncologo, “è ridurre la mortalità dei tumori, curando il maggior numero di pazienti. La guaribilità arrivava al 30% dei malati 40 anni fa, oggi è al 60%. In altri 40 o 60 anni saremo vicini alla soluzione: prima della fine del secolo la mortalità per cancro sarà scesa drasticamente, sarà vicina allo zero”. Questo richiede un intervento su più fronti, che comincia eliminando “gli agenti cancerogeni che ci circondano, come il fumo di sigaretta, l’amianto, le tossine, i combustibili fossili. La prevenzione è un grande impegno di cui non è solo la classe medica responsabile, ma la società, la popolazione, i governi, il Parlamento”. Le altre armi a disposizione per battere il cancro sono la farmacoprevenzione, i vaccini, l’alimentazione e la restrizione calorica, “un impegno – quest’ultimo – che tutti dovrebbero prendere”, sottolinea Veronesi. 

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