Nel giorno in cui il presidente del Comitato Olimpiaco Internazionale (Cio) Jacques Rogge conferma che alla Cerimonia di apertura di Londra 2012 non ci sarà il minuto di silenzio per commemorare il 40esimo anniversario della strage di Monaco ‘72, Israele ha annunciato di aver aumentato le misure di sicurezza predisposte nei confronti della sua delegazione per il timore di attentati terroristi organizzati dall’Iran durante le Olimpiadi. L’attenzione di Israele, dopo l’attentato del 18 luglio scorso contro un autobus di turisti israeliani in Bulgaria, è concentrata specialmente verso alcuni “maschi, bianchi ed europei” recentemente convertiti all’Islam che si starebbero preparando a entrare in azione a Londra su ordine di Hezbollah e o dei Quds iraniani.

Tra di loro ci sarebbero due tedeschi, uno svedese e due britannici, oltre a un maschio bianco con falso passaporto americano a nome David Jefferson che sarebbe già implicato nell’attentato in Bulgaria e sospettato di possedere altro materiale esplosivo. Secondo il Mossad (i servizi segreti esterni israeliani) la strategia più probabile per azioni di terrorismo è l’utilizzo di bianchi convertiti, un’opzione già adottata dal ramo yemenita di al-Qaeda. Secondo quanto riporta il domenicale britannico Sunday Times, per prevenire queste azioni l’intelligence israeliana ha messo in piedi l’operazione ‘Bayonette’ – ovvero un gruppo speciale di agenti segreti che da settimane stanno monitorando i movimenti dei sospetti in giro per l’Europa – e ha deciso di aumentare il proprio contingente di sicurezza nella capitale britannica.

Eppure la sicurezza a Londra è già imponente. Per strada, oltre a 13mila agenti di polizia e 7mila guardie private ci sono 17mila militari (rendendo la presenza dell’esercito britannico più numerosa a Londra che in Afghanistan dove c’è una guerra in corso). Il Parco Olimpico, circondato da muri con fili ad alta tensione, è protetto da un primo anello di sicurezza con l’esercito in assetto di guerra e cecchini del gruppo CO19 sui tetti dello Stadio e dei palazzi limitrofi. Un secondo anello prevede batterie di missili terra-aria installati sui tetti delle case e in alcuni parchi della città. Il terzo è rappresentato dalla presenza della NHS Ocean, la più grande nave da guerra britannica, lungo il Tamigi nella zona di Greenwich e da altre fregate militari nei canali. Oltre che dallo spazio aereo controllato dal Ministero della Difesa (come non accadeva dalla Seconda Guerra mondiale) e sempre pattugliato da elicotteri jet militari.

Misure che però Israele, anche alla luce del recente attentato in Bulgaria, non considera sufficienti, tanto da aver deciso nell’ultima settimana di inviare a Londra un numero imprecisato agenti del Shin Bet, il servizio segreto interno, con l’esclusivo compito di proteggere la sua delegazione olimpica, composta anche da 38 atleti. Il governo britannico ha fatto sapere di non condividere queste preoccupazioni, spiegando che secondo le loro informazioni un attentato contro Israele non è al momento un’opzione credibile. Ma la comunità ebraica londinese non ci sta: “L’escalation di attentati organizzati da Hezbollah e dall’Iran nei confronti di ebrei negli ultimi anni fa temere il peggio”, ha spiegato un suo membro al Sunday Times.

La paura di Israele è che il Quds – un’unità delle Guardie della Rivoluzione iraniane – voglia ripetere a Londra il massacro avvenuto durante le Olimpiadi di Monaco. Era il 4 settembre del 1972 quando all’interno del Villaggio Olimpico tedesco un gruppo di fedayyin di Settembre Nero uccise due atleti israeliani e ne sequestrò altri nove. Un’azione terminata in un bagno di sangue il giorno dopo quando – in seguito all’intervento delle teste di cuoio tedesche all’aeroporto di Furstenfeldbruck – rimasero uccisi i 9 atleti israeliani sequestrati, 5 dei sequestratori e un poliziotto. Quarant’anni dopo, le Olimpiadi si sentono di nuovo sotto attacco.

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