La Thrill Jockey di Chicago è punto di riferimento da un paio di decenni per alcuni dei migliori musicisti provenienti dal continente nordamericano. Nei Novanta la label è stata molto importante soprattutto per le band di area post-rock: in primo luogo Tortoise, Chicago Underground, The Sea and Cake, Isotope 217, Trans Am, Bobby Conn, Oval. Parallelamente ha altresì sempre avuto un occhio di riguardo per una grossa schiera di artisti di matrice alternative country, folk e psichedelica come Howe Gelb e i suoi Giant Sand, Califone, Thalia Zedek e più recentemente anche The Fiery Furnaces, Pontiak ed Arbouretum.

Proprio questi ultimi, insieme al compagno d’etichetta Luke Roberts, saranno protagonisti della serata di mercoledì 25 aprile al Sidro di via Moroni 92 aSavignano sul Rubicone (FC), live club che si sta mettendo in luce per una programmazione alquanto apprezzabile. Gli Arbouretum sono stati messi in piedi una decina d’anni or sono da Dave Heumann, già collaboratore del grande Will “Bonnie Prince Billie” Oldham: infatti la prima prova della band, Long Live The Well-Doer (2004) pare in buona parte ispirata proprio dall’umanesimo folk dell’ex Palace Brothers. E’ con il seguente Rites of Uncovering (2007) che il gruppo trova la miglior fisionomia e vena compositiva: se l’esordio era stato una sorta di lavoro solista, ancora acerbo, in questo caso Heumann si circonda di musicisti militanti in band di buon livello come Lungfish, Celebration, Cass McCombs. Il sound acquisisce spessore e si amalgama in un impasto di folk e psichedelia classicamente e profondamente americano, dall’incedere superbamente epico ed espressivo, che mantiene inalterata la propria bellezza: probabilmente ancor oggi il migliore capitolo della loro discografia. Il momento di grazia viene capitalizzato al meglio perché l’anno successivo esce Kale, uno split album in condivisione con la band che costituisce di gran lunga la miglior partner immaginabile: sto parlando dei colleghi Pontiak, formazione di razza e di estrema bravura anche dal vivo, che batte sentieri alquanto affini agli Arbouretum.

Il seguente Song of the Pearl (2009) si apre con lo splendido crescendo elettrico, immediato e d’impatto, di False Spring. Musica viscerale, che non può non rievocare il rock torrido e torrenziale, blues, folk e psichedelico, dei Sessanta e dei Settanta, gli irruenti Crazy Horse di Neil Young ma anche tante altre band che si sono abbeverate in tempi più recenti a quella fonte, dai Pearl Jam agli Wilco. The Gathering, l’album uscito l’anno scorso, calca la mano sul calore vintage delle sue sonorità lisergiche dal sapore sixties e post stoner ma sempre con originalità ed autorevolezza. La particolarità dell’album è che prende le mosse dal Libro Rosso, il Liber Novus, di Carl Jung. Dave Heumann è musicista prolifico ed irrefrenabile ed è difficile rendere conto di ogni suo side project: segnaliamo almeno il disco del 2010 a nome Coil Sea ed il nuovissimo insieme a Keith Wood aka Hush Arbours.

Ad aprire il concerto degli Arbouretum vi sarà Luke Roberts, folksinger, songwriter, autore di due dischi negli ultimi due anni per la medesima label chicagoana: Big Bells and Dime Songs (2011) ed il nuovissimo The Iron Gates at Throop and Newport. Buon 25 aprile.

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