Sembra scongiurato il pericolo di chiusura dell’Ospedale Santa Lucia di Roma, struttura specializzata nella riabilitazione neuromotoria, da tempo sull’orlo del crack a causa dei ritardi nel pagamento da parte della Regione Lazio. Dopo mesi di proteste e di trattative, quando ormai era imminente la chiusura dei reparti, l’assessorato regionale alla Sanità ha deciso di erogare gli arretrati che si erano accumulati dal 2005 ad oggi. Una cifra pari a circa 45 milioni di euro, che verrà versata alla Fondazione proprietaria della struttura – riconducibile alla famiglia Amadio – entro il prossimo 16 gennaio. Salvi, quindi, i posti di lavoro e nessun pericolo per i tanti degenti.

“Ora possiamo ripartire – ha spiegato a ilfattoquotidiano.it Antonino Salvia, direttore sanitario – potendo contare sulla certezza dell’arrivo dei pagamenti”. Nell’accordo la Regione si è impegnata a versare entro i prossimi 45 giorni 26,9 milioni di euro, come saldo dei crediti accumulati dal Santa Lucia dal 2005 ad oggi. Altri 18,4 milioni di euro, riferibili a “integrazioni per acconti già versati nell’anno 2011”, saranno pagati dalla Regione Lazio entro il 9 gennaio 2012.

La partita più generale sulla sanità convenzionata nel Lazio non si chiude, però, con l’accordo firmato ieri sera: “Le cifre che ci vengono riconosciute risalgono agli anni ’90 – prosegue Antonino Salvia – ed esiste uno studio realizzato dalla Luiss che le stima come inferiori del 40% rispetto ai costi reali”. Secondo il direttore sanitario del Santa Lucia la Regione Lazio dovrà adeguarsi a questi parametri, come indicato da una recente sentenza del Tar del Lazio.

Sono molte le strutture ospedaliere che si trovano in forte difficoltà dopo il commissariamento della sanità nella Regione Lazio, che ha accumulato un buco di bilancio considerato insostenibile. Proprio in questi giorni sono in stato di agitazione i lavoratori dell’Idi e del San Carlo di Nancy, che hanno proclamato un giorno di sciopero per la prossima settimana. In cerca di un accordo con la giunta Polverini è anche il gruppo San Raffaele della famiglia Angelucci, che lo scorso mese aveva mandato centinaia di preavvisi di licenziamento ai dipendenti della clinica di Velletri.

Tra i tanti ospedali privati e convenzionati con la Regione Lazio vi sono situazioni differenti: “Dobbiamo distinguere – spiega il direttore sanitario del Santa Lucia – tra quelle organizzazioni che non fanno lucro sulla sanità, riconducibili a fondazioni e ad enti no profit, come nel nostro caso, e ospedali gestiti da società con scopo di lucro, che hanno margini di manovra finanziaria differenti. Le strutture come le nostre, essendo equiparate a quelle pubbliche, devono necessariamente mantenere dei livelli di assistenza estremamente alti, facendo, ad esempio, concorsi pubblici per le assunzioni”.

La vicenda del Santa Lucia – poco prima della conclusione – si era tinta di giallo. Martedì sera, quando ancora non era stato siglato l’accordo, Renato Polverini aveva trovato nella cassetta postale della propria abitazione un giornale con all’interno documenti riservati relativi all’accordo con la struttura ospedaliera.

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