Fine delle trasmissioni. A Marysthell Garcia Polanco, alla fine, sono saltati i programmi. La sexy-valletta coinvolta nel Rubygate non avrà più la parte nel palinsesto di Milan Channel per la quale avrebbe dovuto ricevere un compenso pari a 2.500 a puntata per la lettura dei messaggi dei telespettatori. Il contratto, annunciato a metà settembre dalla stessa Polanco in diretta tv nel corso della trasmissione Iceberg (Telelombardia), è saltato a causa delle polemiche che hanno investito la tv ufficiale della squadra rossonera della famiglia Berlusconi.

Milan Channel, infatti, versa da tempo in stato di crisi. Ma mentre teneva fino a 35 tecnici in cassa integrazione a stipendio ridotto del 35% poteva improvvisamente permettersi di retribuire alla “papi-girl” 10mila euro a settimana per nove mesi per un ruolo di comparsa. La Polanco, raggiunta al telefono, preferisce non commentare la notizia sostenendo che “i giornalisti dicono solo bugie sul mio conto”. Ma prorio il suo silenzio in queste settimane ha rinsaldato i dubbi su questa vicenda troncata solo dopo diversi articoli che ipotizzavano un’intercessione diretta da parte del premier Berlusconi, come accaduto in passato per il ruolo in Colorado café (stando alle intercettazioni di Bari). Del resto la stessa ballerina dominicana aveva fatto sapere di aver incontrato di persona Berlusconi ad Arcore alla vigilia dei provini e la società non aveva mai smentito ufficialmente le indiscrezioni. Da qui, il dubbio che il risparmio ottenuto sulle paghe dei tecnici con il concorso dell’Inps venisse “girato” in modo disinvolto alla Polanco.

Ma a mettere un punto fermo alla vicenda è stata la società nel corso di un incontro chiesto a gran voce dalla Uilcom, il sindacato che ha mediato con Regione Lombardia per far ottenere a Milan Channel l’erogazione del contributo straordinario per i lavoratori. Dopo alcuni giorni il rappresentante del sindacato Bruno Bifronte ha incontrato il consigliere delegato della società Elena Guastoni. “La signora mi ha raccontato che Milan Channel si è limitata a fare un provino alla Polanco come tanti se ne fanno, ma ha escluso categoricamente che la presentatrice possa prendere parte alle trasmissioni”, racconta Bifronte mentre nessun segnale è arrivato dalla proprietà riconducibile a Riccardo Silva, titolare di Media Parteners International, società basata in Olanda che in portafoglio ha la gestione dei siti ufficiali di diverse squadre di calcio, Milan compreso.

Intanto i conti di Milan Channel non sembrano in ripresa e questo fa apparire poco credibile la versione che accreditava la Polanco come nuovo volto del canale rossonero all’interno di una più ampia strategia di rilancio. Gli abbonamenti in partenza erano 50mila circa, poi 15mila di meno e oggi sarebbero circa 32mila. Inoltre il contratto con Sky per la trasmissione del canale sarebbe così gravoso da assorbire il 30% dei ricavi e vanificare anche i tentativi di promozione del canale. “Recentemente era stata fatta una campagna a 4 euro anziché 8 per una settimana con prezzo bloccato per i nuovi abbonati ma evidentemente non ha dato l’esito sperato”. Quanto ai lavoratori in cassa ormai sono ridotti a 21 perché uno dopo l’altro hanno abbandonato le speranze e chi ha potuto ha trovato lavoro altrove. Questo “alleggerimento” significa che anche le ore di cassa si sono ridotte da 35 a 16 ore in meno al mese. “La società ci ha fatto sapere che siamo ormai alla soglia minima per garantire la produzione, non dovrebbero esserci ulteriori esuberi. L’intenzione è di andare avanti almeno fino a giugno 2012 che è la scadenza naturale dei contratti. La cassa scade a dicembre e ci stiamo adoperando per ottenere una proroga”.

Nervo scoperto, invece, quello dei giornalisti. Cinque in tutto, rinnovati settimana scorsa a tre mesi. Una prospettiva minima la loro, ma sicuramente maggiore rispetto all’ultimo rinnovo che non ha superato i 30 giorni. Resta il fatto che la Polanco – ultima arrivata e strapagata – doveva firmare per nove mesi. Per lei, un orizzonte temporale che gli altri lavoratori di Milan Channel si sognano.

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