E’ un pellegrinaggio che non si interrompe quello a casa di Vasco Rossi, che va avanti giorno dopo giorno. Salendo via della Divisione Tridentina si arriva a Verrucchia, frazione di Zocca, lungo un percorso asfaltato pieno di colori e auguri: “Siamo ancora qua”, “Vasco grazie di tutto”. Gli danno sostegno, a modo loro. Aspettano che esca sul balcone, ma poi gli raccomandano di riposarsi. Lui li accontenta, esce per la seconda volta (lo aveva già fatto il giorno di Ferragosto) e parla da un piccolo megafono: un paio di minuti, poi rientra in casa.

Negli ultimi giorni i medici avrebbero visitato la rockstar un paio di volte. Anche la notte scorsa. Lui dice che ancora non sta benissimo, ma che sarà a Torino, il 27.

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Per lui, il Komandante Vasco, vengono a piedi, in moto, in macchina. Risalgono e attraversano l’Italia, valicano l’Appennino, rinunciano a ferie e vacanze.

“Il giorno di Ferragosto – racconta Guglielmo, vicino di casa e compagno di scuola di Massimo Riva, ex chitarrista di Vasco – era un fiume in piena”.

E invece, per capire chi è Vasco, perché è così visceralmente amato, bisogna parlare con loro che proprio dal giorno delle sue dimissioni, due settimane fa, dimorano letteralmente ai suoi piedi. “Quello che è Vasco non si può spiegare”, è il commento che più ricorre. Come ricorre la commozione: “Dico Vasco e piango”, racconta Grazia.  Vasco “si spiega con questi occhi lucidi”, prosegue Grazia. Sette anni fa inizia a lavorare come donna delle pulizie, e conosce Vasco musicalmente grazie alla figlia, che regalandole un disco le assicura: “Ascoltalo mamma, ti aiuterà”. “Per me la musica non esisteva fino a quel momento, i problemi erano tanti, non avevo tempo né avevo avuto altro punto di riferimento – rivela questa bella e distinta donna di Vercelli – Ricordo perfettamente l’incontro con Vasco. Mio marito stava morendo, ed è scoppiato questo amore tremendo, per cui provo un’immensa gratitudine: con Ogni volta ho scoperto la gioia di vivere, nonostante il dramma che stavo vivendo”.

Zocca come Betlemme (così titola un capitolo del libro “Vasco santo ed eroe”, scritto dall’amico e fan avellinese Sergio Vistocco). Oltre ai fedelissimi presenti, vanno e vengono i pellegrini che scattano foto, firmano la loro presenza, respirano “l’atmosfera Vasco”, “solo per esserci”. La sensazione è di misticismo puro.

Nel frattempo il presidio si è tramutato in una veglia, perché Laura Schmidt, la compagna della rockstar, uscendo di casa ha chiesto non senza una certa stanca insofferenza, di avere un po’ di comprensione o se non altro di fare silenzio: “Non capisco come facciate a non capire. Vasco sono due giorni che sta male, non uscirà per cui anche se non state qui va bene lo stesso. O almeno fate silenzio”, quasi implora.

C’è chi si è svegliato alle 6 di mattina a Livorno per essere qui oggi: sono i genitori di Paolo e Francesco, gemelli di 14 anni che raccontano: “Ci hanno fatto una sorpresa: era un anno che gli chiedevamo di portarci da Vasco, e ieri ci hanno detto: domani si va a Zocca”. Uno suona il piano e l’altro canta. “Ma Vasco è un’altra cosa”, come a voler dire, timidamente, “la musica non c’entra, Vasco è altro”.

Perché come dice Massimo, maglietta Roxy Bar di Bologna: “Vasco non fa canzoni, canta sensazioni. Vasco canta la vita”. Ha 43 anni, e assieme a Monica, Roberta e Angelo, viene da Varese. Si sono conosciuti grazie a lui, tramite Facebook. E ora formano una doppia coppia, instancabile e devota al sogno comune: portare il loro sostegno a chi gli ha cambiato la vita, o almeno è stato loro complice indiretto.

Sulla salute di Vasco, non ci si pronuncia. In paese però sono dubbiosi: “Sembra d’esser al Vaticano – ironizzano in dialetto dietro al bancone del bar – son venuti perfino da Edimburgo, m’han pagato in sterline”. Ma poi si fanno seri “questo atteggiamento da divo non è da lui. Non si è fatto vedere nemmeno al BiBap”, il suo storico bar.

All’improvviso, verso le 16.30, l’apparizione: Vasco si affaccia “Come state?”, è pallido, dimagrito, “ha la faccia gialla”, come fa notare la piccola Nicole, ma gli occhi stanchi sono quelli di sempre, guizzano. E si preoccupa dei suoi fan che gli dicono “Tu come stai?!” e il Komandante li tranquillizza: “Non me la passo molto bene, ma state tranquilli perché a Torino ci sarò”. Manda baci e poi con l’energia che lo caratterizza, invita tutti ad andare a rilassarsi in piscina. È il tramonto, e i suoi sostenitori, ormai più di 60 persone, riprendono la loro strada, salutandosi: “Ci rivedremo al Roxy Bar”.

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