Capitoli

  1. Siria, otto anni di guerra tra rivolte anti-Assad, lotta al terrorismo, negoziati e tradimenti: ecco cosa cambia dopo l’offensiva della Turchia
  2. Gli schieramenti all'inizio del conflitto
  3. Armi chimiche e "red line" di Obama
  4. Nascita del Califfato e intervento occidentale
  5. Arrivano i russi e Assad resta in sella
  6. Khan Shaykhun e abbraccio Putin-Assad
  7. Quali sono gli schieramenti oggi
  8. Perché la Turchia ha attaccato i curdi
  9. Perché Trump ha ordinato il ritiro
  10. Mosca, amica di tutti, ora può mediare
  11. I rischi di un conflitto duraturo
  12. Gli strumenti in mano ai Paesi Nato
Mondo

Perché Trump ha ordinato il ritiro - 9/12

Dopo la sconfitta dello Stato Islamico e l'assedio alle ultime sacche di resistenza jihadista nel Paese, gli equilibri siriani subiscono un nuovo stravolgimento dopo la ritirata delle truppe americane dal nord-est e la conseguente invasione voluta dal presidente turco, Recep Tayyip Erdoğan. Prima di avviare dei colloqui di pace è necessario, adesso, risolvere la questione curda

La scelta di Donald Trump rientra nel concetto dell’America First con cui il tycoon ha vinto le elezioni nel novembre 2016.

In campagna elettorale aveva più volte dichiarato di voler riportare i soldati a casa e metterli al sicuro da “guerre ridicole”: “Bring our soldiers home“, era lo slogan. Dopo il fallimento della strategia in Afghanistan, adesso il presidente americano ha pensato di ritirare i mille militari impegnati in Rojava.

Scelta stimolata anche dalla situazione interna, a un anno dalle presidenziali 2020 e con gli scandali Russiagate e Kievgate che stanno logorando la leadership del tycoon, anche all’interno del Partito Repubblicano.