Capitoli

  1. Siria, otto anni di guerra tra rivolte anti-Assad, lotta al terrorismo, negoziati e tradimenti: ecco cosa cambia dopo l’offensiva della Turchia
  2. Gli schieramenti all'inizio del conflitto
  3. Armi chimiche e "red line" di Obama
  4. Nascita del Califfato e intervento occidentale
  5. Arrivano i russi e Assad resta in sella
  6. Khan Shaykhun e abbraccio Putin-Assad
  7. Quali sono gli schieramenti oggi
  8. Perché la Turchia ha attaccato i curdi
  9. Perché Trump ha ordinato il ritiro
  10. Mosca, amica di tutti, ora può mediare
  11. I rischi di un conflitto duraturo
  12. Gli strumenti in mano ai Paesi Nato
Mondo

Gli strumenti in mano ai Paesi Nato - 12/12

Dopo la sconfitta dello Stato Islamico e l'assedio alle ultime sacche di resistenza jihadista nel Paese, gli equilibri siriani subiscono un nuovo stravolgimento dopo la ritirata delle truppe americane dal nord-est e la conseguente invasione voluta dal presidente turco, Recep Tayyip Erdoğan. Prima di avviare dei colloqui di pace è necessario, adesso, risolvere la questione curda

I primi provvedimenti messi sul tavolo dai Paesi che condannano l’iniziativa della Turchia, tra cui molti suoi alleati all’interno della Nato di cui è la seconda potenza, sono sanzioni economiche e lo stop all’export di armi verso Ankara. “Iniziativa lodevole ma non sufficiente”, come ha detto anche il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Tanto che si sta iniziando a parlare anche di forze militari di interposizione che fungano da deterrente all’avanzata turca.

Twitter: @AlbMarzocchi e @GianniRosini