Dopo la sconfitta dello Stato Islamico e l'assedio alle ultime sacche di resistenza jihadista nel Paese, gli equilibri siriani subiscono un nuovo stravolgimento dopo la ritirata delle truppe americane dal nord-est e la conseguente invasione voluta dal presidente turco, Recep Tayyip Erdoğan. Prima di avviare dei colloqui di pace è necessario, adesso, risolvere la questione curda
Mentre il governo di Damasco e le forze ribelli stavano combattendo quella che si era presto trasformata in una guerra civile, tra il marzo del 2013 e l’agosto dello stesso anno si registrarono almeno tre attacchi con armi chimiche.
Le immagini di decine di cadaveri a terra, con la schiuma alla bocca, e i bambini soccorsi a causa dei gravissimi scompensi respiratori porteranno l’ex inquilino della Casa Bianca a chiedere l’autorizzazione al Congresso per l’intervento armato. Ma i soldati americani non metteranno mai piede in Siria, visto che, a settembre, Usa, Russia e governo di Damasco raggiunsero un accordo per la consegna e la successiva distruzione di tutte le armi chimiche in possesso del governo.