Cucinare sostenibile? Si può e gli accorgimenti da adottare non sono nemmeno difficili. Basta un po’ di applicazione e di ragionamento per preparare i nostri cibi nel modo meno “impattante” possibile. Per preseguire questo obbiettivo, WWF Italia e Adiconsum hanno organizzato addirittura un ciclo di incontri; il corso I Menu Amici del Pianeta, tre appuntamenti gratuiti, parte il 10 aprile a Milano. A spiegare a Piacere Quotidiano di cosa si tratta è il responsabile Antonio Bossi , dell’ufficio educazione WWF Italia.

Antonio, cosa significa alimentazione amica del pianeta?
La maggior parte delle persone pensa che si riferisca all’alimentazione biologica e ai cibi senza additivi, conservanti e poco altro. Solitamente ci si ferma qui, invece la filiera alimentare è molto più complessa, considera il ciclo produttivo, distributivo e di smaltimento del prodotto. E in questo lungo percorso, il cibo si porta dietro un carico inquinante di emissioni di Co2, consumo di energia e acqua.

Allora quando possiamo dire che gli ingredienti che mettiamo nel piatto sono davvero sostenibili?
Gli ingredienti con basso impatto sono quelli che viaggiano poco, sono dunque di provenienza locale e non di serra, ma di stagione. Quelli con pochi imballaggi, additivi, conservanti e coloranti e in generale quelli poco elaborati. Le ricette sono più sostenibili quando usiamo poca acqua ed energia per prepararle. Infine non dimentichiamo che cucina amica del Pianeta significa anche cucina con pochi sprechi: 1/3 del cibo prodotto al mondo per il consumo umano, circa 1,3 miliardi di tonnellate, viene perduto o sprecato ogni anno.

Come possiamo rendere la nostra spesa più attenta all’ambiente?
Innanzitutto impariamo a valutare l’impatto degli alimenti che ogni giorno mettiamo nel carrello della spesa. Il pesce ad esempio: ci sono specie che sono in pericolo, quindi meglio evitare, per citarne alcune, nasello, platessa, tonno rosso e pesce spada e preferire sgombro, trota, rombo e acciughe. La carne, quella bovina ha un carico ambientale altissimo rispetto ad altri tipi: 1 kg di bovina equivale a 15mila litri d’acqua, quella di pollo a 3.900 litri. Ma consumano risorse idriche per il loro ciclo di produzione anche prodotti insospettabili: il caffè ad esempio, 140 litri di acqua per ogni tazzina. O le stesse bottiglie d’acqua: pensate che la spesa mensile per il vino è di circa 18 euro e quella per l’acqua in bottiglia 19. Scegliere acqua di rubinetto fa bene all’ambiente e al portafogli! O il pane: un chilo ha un’impronta idrica di 1.600 litri.

Cosa dovremmo fare, rinunciare ad acquistarlo?
Il primo consiglio è di informarsi e di non essere estremisti, ma di fare le scelte secondo le proprie possibilità. Nessuno chiede di diventare integralisti della sostenibilità, ma di intervenire progressivamente sul proprio stile di vita. Come? Ad esempio con l’autoproduzione: del pane, appunto, ma anche la coltivazione in orto o in balcone di ortaggi ed erbe aromatiche, o la preparazione in casa delle conserve. Attenzione, però, usate frutta di stagione e locale: se per assurdo confezioniamo una marmellata di ananas, quella non è una marmellata sostenibile!

Per metterci alla prova e avere un piccolo assaggio delle ricette amiche del pianeta, ecco un esempio concreto di ricetta green: le lasagne di pane.

Ingredienti (per 4 persone): 10/12 fette di pane avanzato; 1 cipolla piccola; 1 spicchio d’aglio; minestrone avanzato; un litro di passata di pomodoro; 4/5 mozzarelle; olio, sale, parmigiano grattugiato a piacere.

Preparazione: dopo aver affettato finemente la cipolla e averla rosolata insieme allo spicchio d’aglio aggiungete la passata di pomodoro, salate, mescolate e lasciato cuocere col coperchio per circa 20 minuti. Nel frattempo tagliate a fette non troppo sottili il pane e la mozzarella a dadini. Riducete il minestrone in crema con il passaverdure e diluitelo molto con l’acqua per ottenere un brodo vegetale. Coprite il fondo di una pirofila con il sugo di pomodoro e adagiate le fette di pane bagnate nel brodo vegetale. Mettete poi un altro strato di sugo, uno di mozzarella e una manciata di parmigiano. Procedendo così, formerete due strati di lasagne che andranno in forno, con un’ultima spolverata di parmigiano, a 180° per 20 minuti.

A Milano, al termine del corso, i partecipanti proporranno le loro ricette green, ma la sfida è aperta a tutti. Si possono caricare online i menu sostenibili qui: i migliori saranno pubblicati in un ricettario amico del Pianeta. (Foto WWF) 

di Natascia Gargano

www.puntarellarossa.it

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