Michelle Bachelet, la prima donna che si sia insediata alla Moneda, rappresenta davvero qualcosa di nuovo, in Cile: è stata una militante socialista fin da giovanissima, ma non è un politico di professione; è stata marxista, e non rinnega quell’esperienza, che considera fondamentale per la sua formazione; è dichiaratamente agnostica e separata, in un Paese molto cattolico, dove il divorzio è legale solo da pochi anni. Grazie alla sua storia personale, ha potuto gettare un ponte fra il vecchio e il nuovo Cile e trovare appoggio in ambienti differenti. È figlia di un militare, il generale Alberto Bachelet, accusato di tradimento per la sua lealtà nei confronti di Salvador Allende e morto nelle carceri di Pinochet. Lei stessa è stata rinchiusa a Villa Grimaldi, il principale centro di tortura nel periodo del regime, e costretta all’esilio. Non ha concesso i funerali di Stato al dittatore, morto nel dicembre 2006, ma è stata fra le prime a parlare della necessità di un “reencuentro” della società cilena, sulla base di valori comuni. È cresciuta in una famiglia della piccola borghesia, è colta e laureata in Medicina, ma conosce le difficoltà delle donne che lavorano e, nella sua attività di medico, è stata sempre impegnata nel servizio pubblico. Leonardo Martinelli ha ricostruito la vita privata e politica della “Presidenta” attraverso un’intervista esclusiva e decine di testimonianze, cercando di capire se riuscirà a vincere la sfida di cambiare il suo Paese.