Dal 1943 al 1978 l’Italia subisce la più profonda e radicale trasformazione della sua storia recente: da nazione ancora largamente rurale diventa un moderno paese industriale, passando dalla periferia al centro del mondo occidentale; da una società povera e arretrata a una società opulenta. Sulla scena di questo venticinquennio cruciale – che comincia con la caduta del fascismo e si conclude con l’assassinio di Aldo Moro e la cupa stagione del terrorismo – si muovono le grandi migrazioni dei contadini meridionali verso le città industriali del Nord, crescono le lotte sociali e la protesta giovanile, si delinea la società dei consumi con i suoi effimeri riti, i grandi partiti si impegnano nella costruzione della democrazia di massa. Questo volume, attraverso una raccolta ragionata di fonti e documenti con la quale organizzare molteplici percorsi didattici, si prefigge di guidare il lettore all’interno di questo processo, individuando i soggetti e le forze che lo hanno promosso, le contraddizioni che lo hanno caratterizzato e i nodi irrisolti che esso ha lasciato ai decenni successivi.