Prima è stata la volta di Ascoli, dove i cori dei sostenitori sono stati coperti dai fischi dei contestatori, circa una ventina. Poi Vasto e Polignano. Scene simili, tappa dopo tappa: urla, insulti e fischietti in azione.  Lo aveva pensato come un “incontro con le realtà dell’Italia”, ma il viaggio di Matteo Renzi in treno per le province da nord a sud, si tra trasformando in un confronto forzato con i malumori, le delusioni e le rivendicazioni di una parte del Paese. A pochi giorni dall’inizio (il 25 settembre da Roma) il tour di destinazione Italia ha già collezionato diverse contestazioni, alcune promosse da pochi cittadini, altre invece (anche grazie al sostegno di partiti dell’opposizione e sindacati) organizzate da gruppi più numerosi. A Vasto, in provincia di Chieti, ad esempio. Qui, in stazione, il treno è stato accolto dalle urla “buffone, buffone“. Tra i manifestanti anche un cartello del Movimento 5 stelle. A Polignano gli applausi si sono mischiati alle contestazioni. Spostandosi più a sud, a Grottaglie (in provincia di Taranto) ad aspettare il segretario del Pd con tanto di striscione di protesta c’era anche un gruppo di vigili del fuoco precari, con i quali l’ex premier si è fermato qualche minuto a parlare. Nel filmato una raccolta con alcuni momenti delle proteste nelle varie stazioni d’Italia.
Tra i video anche alcuni estratti dei servizi di Primadanoi.it e Mediareport.tv, e un video di Alessandra Congedo

 

 

 

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