La profonda trasformazione digitale che sta prendendo rapidamente piede anche nel settore dell’automobile ha risvolti del tutto tangibili anche quando viene il tempo dei tradizionali Saloni dell’auto internazionali: la rassegna di Francoforte, che prende vita in questi giorni, mai come quest’anno è dominata non tanto o non solo dai nuovi modelli, ma in special modo da tutta la serie di tecnologie – tra presenti, future e futuribili – che in pochi anni promettono di trasformare radicalmente l’esperienza automobilistica.

Le parole d’ordine sono infatti sostanzialmente due, guida autonoma e digitalizzazione, aspetti che necessariamente sono tecnicamente legati a filo doppio tra loro: la prima è possibile solo con la seconda, pronta ad “invadere” in maniera massiccia la realtà a quattro ruote. Del resto, le novità più eclatanti sono proprio legate a queste evoluzioni. Come i diversi studi sugli sviluppi più recenti della guida automatizzata, le nuove funzioni di assistenza presentate dall’ultima ammiraglia Audi, la A8, oppure il prototipo I.D. Crozz di Volkswagen che prefigura da vicino il primo veicolo self driving della marca tedesca, previsto per il 2020. Ivi compresi servizi del futuro, come la possibilità da parte dell’auto di prenotare da sé il parcheggio (sempre sviluppo Volkswagen).

Guida autonoma e propulsione elettrica, naturalmente, formano poi un ulteriore connubio anche qui quasi inscindibile nel futuro. BMW prevede già una gamma di 25 modelli elettrici entro il 2025, mentre dal 2020 la propulsione elettrica sarà realtà anche per Jaguar Land Rover, con tanto di appariscente ambasciatrice nel prototipo Future-Type che unisce la linea più pura e tradizionale della marca con la guida autonoma di quinto livello (totalmente automatica). Al Salone di Francoforte, se è vero che parecchie Case importanti non sono presenti, è altrettanto evidente che il loro posto è preso da aziende sinora estranee al “business” automobile, come i giganti Google e Facebook, ma anche realtà industriali della digitalizzazione come Qualcomm, IBM, Sony, Siemens, Harman, Kaspersky ed altri ancora.

I confini tra Case automobilistiche e compagnie informatiche, come già abbiamo visto in diverse altre occasioni, si fanno dunque sempre più sottili ed in futuro probabilmente scompariranno del tutto. Del resto, basti pensare al recente studio di volante futuristico proposto dalla stessa Jaguar Land Rover, la sorta di cloche denominata Sayer che equipaggia non a caso la Future Type. Sarà forse l’unico elemento di proprietà della nostra auto futura, essendo questo non soltanto portatile ma il cuore stesso dell’auto in grado di accedere con credenziali personali a tutti i servizi dell’auto e di rete.

Ma è impegnata in tecnologia con anima digitale anche la stessa Continental, che associamo banalmente alla costruzione di gomme. Il suo Driver Analyzer – già pronto alla produzione – permette il riconoscimento facciale e quello del movimento degli occhi del conducente per anticipare le sue mosse future, passo importante verso la guida autonoma. Alla Frankfurt Messe  viene inoltre esposto un sistema di ricarica induttiva da 11 kW, oltre ad un prototipo innovativo di ruota pensato in funzione delle specifiche esigenze della frenata rigenerativa delle auto elettriche.

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