Progettavano omicidi, pianificavano l’espansione sul territorio e citavano direttamente lo storico gotha di Cosa nostra corleonese. È quello che emerge dalle intercettazioni dell’operazione Grande Passo 3, che ha portato al fermo di sei persone, considerate il nuovo vertice mafioso del mandamento di Corleone. “Devono tremare tutti, ora nel 2015 esce Giovanni Grizzafi, il grande”, dicono intercettati alcuni degli arrestati. Che poi progettano l’omicidio di un imprenditore la cui identità non è stata ancora rivelata: “Armiamoci di coraggio e andiamo a fare questa faccenda, come lui scende gli faccio subito la testa“. E in più di un’occasione, dalle intercettazioni emergono ferimenti diretti ai boss storici della mafia corleonese. “Queste cose che stanno succedendo, gli ho detto, perché non c’è Binnu, non c’è Totò, non c’è neanche Luca, perché se ci fossero loro queste cose non succederebbero”. Il riferimento è – nell’ordine – a Provenzano, Riina e Bagarella

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Angelino Alfano, le intercettazioni dei boss contro il ministro: “Ha i nostri voti, ma si dimentica di tutti. Lo fottiamo”

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