Non solo le vecchie polemiche per la società basata alle Cayman e quelle, più recenti, per le “provocazioni” sui limiti al diritto di sciopero. Il finanziere renziano Davide Serra, finanziatore della prima ora del premier, ora è finito nel mirino del mensile e giornale online del terzo settore Vita a causa delle dichiarazioni, fatte durante un’intervista a Repubblica uscita il 6 novembre, sulle attività benefiche portate avanti attraverso la sua fondazione Hakuna Matata. Il fondatore di Algebris ha detto al quotidiano di Largo Fochetti di “mantenere una missione di 8mila bambini in Tanzania, 2mila per ognuno dei miei quattro figli, perché i miei sono fortunati ed è giusto aiutare chi lo è meno”. Per inciso, poi, Serra riconosceva: “E’ vero, una parte della beneficenza si deduce dalle tasse, perché lo stato britannico lo permette”. Ma il risultato è “che posso raddoppiare le donazioni grazie ai benefici fiscali”. Vita, in un articolo intitolato “I conti che non tornano del filantropo Davide Serra”, nota però che dal sito di Hakuna Matata (che ha sede a Londra allo stesso indirizzo di Algebris) risulta che “la donazione di Serra ammonta a 6.500 euro al mese, che moltiplicato per 12 mesi fanno 78mila euro“. Una cifra che porta il giornale del non profit a dubitare che il numero di piccoli “mantenuti” possa essere quello dichiarato.

“Basta chiedere a qualsiasi ente che si occupi di sostegno a distanza internazionale”, scrive infatti Vita, “per sapere che per mantenere un bambino in Tanzania (ovvero assicurargli i pasti, un tetto, il minimo indispensabile per vestirsi e la possibilità di frequentare la scuola e accedere ai servizi sanitari essenziali) attraverso lo strumento del sostegno a distanza occorrono fra i 250 e i 300 euro l’anno. Teniamo buona la cifra minima di 250 euro. Con i suoi 78mila annui Serra sarebbe in grado di “mantenere” 312 bambini l’anno (o 4.680 bimbi per i 15 anni di durata del progetto, secondo quanto sembra di capire dal sito, ammesso che cambino ogni anni i beneficiari) e non certo 8mila. Per “mantenere” i quali servono almeno 2 milioni di euro”. Il sito spiega poi di aver cercato di contattare i dirigenti di Hakuna Matata per spiegazioni, ma senza riuscire a ottenere chiarimenti in materia.

Riceviamo e pubblichiamo la seguente precisazione dalla Fondazione Hakuna Matata
“In merito ai dubbi sollevati dalla testata Vita, desideriamo chiarire che a partire dalla sua nascita nell’aprile 2011 la Fondazione Hakuna Matata ha aiutato complessivamente circa 8.000 bambini, ragazzi e varie famiglie in diversi villaggi della Tanzania offrendo diversi livelli di assistenza, dal mantenimento totale allo stipendio di maestre d’asilo e di scuola per un’adeguata istruzione. Ad oggi la Fondazione ha un milione di pound di capitale e negli ultimi tre anni ha donato più di 210.000 pound, come da bilanci pubblici.
Davide Serra si è impegnato a finanziare la Fondazione per sostenere i progetti di Hakuna Matata per un minimo di 15 anni dalla sua nascita. I contributi ad Hakuna Matata vengono anche raddoppiati e in alcuni casi triplicati da Serra quando sono versati da altri soggetti. Le risorse complessivamente raccolte dalla Fondazione sono peraltro incrementate grazie ad una strategia di investimento che remunera il capitale investito per far fronte alle esigenze di spesa delle strutture in Tanzania. La donazione mensile di almeno 6.500 euro garantita per 15 anni dalla Fondazione può essere integrata, e spesso lo è, da ulteriori contributi per spese ordinarie e/o straordinarie.
Il sostegno di Davide Serra alla Fondazione Hakuna Matata per aiutare bambini e ragazzi in condizioni disagiate non è un contributo una tantum bensì un impegno costante nel tempo e di lungo termine, e ci sorprendiamo della volontà di fare i conti quando si tratta di offrire con iniziative concrete un futuro migliore a chi ne ha davvero bisogno. Accogliamo con piacere in Tanzania chiunque sia interessato a “toccare con mano” i progetti che la Fondazione ha già realizzato”.
Fondazione Hakuna Matata

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