Un balzello di 15 euro all’anno come assicurazione nei casi di perdite. Un servizio facoltativo offerto dalla multiutility Hera, che però fa aumentare automaticamente la bolletta dell’acqua a tutti i consumatori. Si chiama “fondo fughe” ed è l’iniziativa che, dopo una fase di sperimentazione in Romagna, l’azienda ha messo a disposizione in tutta la regione: serve a ottenere un risarcimento nel caso di rotture nei tubi della rete privata di casa. Il primo risultato però, a nemmeno un mese dall’attivazione, è stato quello di provocare decine di proteste. L’ultima in ordine di tempo è quella firmata dalla Federconsumatori di Modena, che in una nota ha elencato una serie di critiche al colosso, accusato di applicare costi troppo elevati, con modalità poco trasparenti.

Il funzionamento del fondo è semplice: in caso di fuga, viene rimborsato l’intero importo riferito ai volumi che eccedono dell’80% la media consumi degli anni precedenti, con un limite di 10 mila euro in due anni. Il tutto al costo di poco più di un euro al mese. L’obiettivo, spiega Hera, “è quello di mitigare l’impatto della bolletta e quindi di coprire la gran parte degli oneri dovuti ai maggiori consumi causati, appunto, da perdite occulte nella rete idrica interna, dopo il contatore”. Anche perché “le perdite d’acqua accidentali sono eventi non ricorrenti ma abbastanza frequenti: circa 10.000 casi all’anno nel territorio gestito da Hera”,

Insomma, assicura Hera, il servizio è una sorta di assicurazione che protegge il cliente da brutte sorprese. Le associazioni che rappresentano i consumatori, però, vedono dei tranelli. La questione più spinosa è quella legata al silenzio-assenso, previsto nell’attivazione del servizio. A Modena, ad esempio, nonostante l’adesione al fondo sia facoltativa, l’addebito sarà immediato e automatico in bolletta, che arriverà a casa insieme a un foglio informativo. Come specifica la stessa Hera, ciascun utente “può comunicare il suo rifiuto, compilando un modulo, in qualsiasi momento e senza nessun costo, anche nei mesi successivi all’avvio”.

Ma la modalità ha fatto comunque infuriare la Federconsumatori, e insieme a lei la Cisl e alcuni esponenti politici come il consigliere regionale dell’Idv, Sandro Mandini. È corretto far scattare un aumento per un servizio facoltativo, senza prima chiedere all’utente, si chiedono? “Le perdite d’acqua dopo il contatore sono da sempre un grosso problema ed è giusto porvi rimedio” scrive in una nota la Cisl. “Tuttavia, prima di addebitare costi in bolletta, Hera dovrebbe informare i cittadini-utenti e metterli in condizione di decidere consapevolmente come regolarsi”.

Ma non è l’unico nodo. La Federconsumatori chiede anche che la cifra cambi da utente a utente, in base al tipo di consumo. “Il costo di 15 euro annuo elevato in rapporto a strumenti analoghi adottati da aziende multiservizio che operano sia in territorio regionale, che nazionale”. E ancora. Il fondo interviene solo quando la fuga d’acqua supera l’80% del consumo medio. La soglia dell’80%, spiega la multiutility, funziona da “franchigia” ed è stata scelta perché è il limite entro il quale, statisticamente, consumi più alti della media non sono riconducibili a eventi straordinari. Ma, secondo Federconsumatori, “si tratta di un limite di accesso al fondo che lascia a carico degli utenti costi troppo elevati. Anche in questo caso in regione vi sono esempi di altre aziende multiservizi, che applicano condizioni più favorevoli ai cittadini. Il limite massimo rimborsabile per fughe nel biennio, pari a 10mila euro , appare un limite troppo basso se proporzionato ai costi di accesso del fondo stesso e agli altri strumenti presenti sul territorio regionale. Ad esempio nella provincia di Ravenna, dove la stessa Hera da anni e fino ad oggi aveva applicato il fondo fughe, le condizioni prevedevano una franchigia al 20% e massimale di 20mila euro”.

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