Tra gli ospiti per ora ignoti del Tanka Village almeno uno l’anno scorso lo aveva trovato l’Espresso. L’ex prefetto di Milano Gian Valerio Lombardi. Dalle carte dell’inchiesta milanese che aveva portato all’arresto di un dirigente comunale nominata dalla giunta Moratti era emerso che il funzionario si inseriva “consolidata rete di favori, amicizie, protezioni politiche e legami elettorali” che “ha reso possibili malversazioni, truffe e corruzioni”.

Dagli accertamenti degli investigatori era emerso anche che il figlio Stefano aveva ricevuto un appartamento in centro, a prezzo si favore, da una fondazione diretta da un avvocato del Pdl, Antonio Picheca, all’epoca arrestato per corruzione, che il prefetto – aveva ricostruito l’Espresso – “aveva voluto ai vertici di un’altra fondazione ambrosiana”. E Stefano Lombardi aveva ottenuto anche consulenze (con compensi legittimi) dalla famiglia Ligresti. Un rapporto anche di amicizia visto che al suo matrimonio tra gli invitati c’erano anche i Ligresti. 

 

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