Cresce e si divarica sempre più la forbice delle disuguaglianze sociali: il 10% delle famiglie italiane detiene poco meno della metà (47%) della ricchezza totale, mentre il resto (53%) è suddiviso tra il 90% delle famiglie. Lo segnala la Fisac Cgil, sulla base di uno studio sui salari nel 2012. Una differenza che diventa macroscopica mettendo a confronto il compenso medio di un lavoratore dipendente e quello di un top manager: nel 2012 il rapporto è stato di 1 a 64 nel settore del credito, di 1 a 163 nel resto del campo economico. Nel 1970, sempre secondo lo studio del sindacato del credito della Cgil, tale rapporto era di 1 a 20.

“Qui c’è la vera ingiustizia”, commenta il segretario generale della Fisac, Agostino Megale. In pratica, in 4 anni, dal 2009 al 2012, un lavoratore dipendente in media ha percepito 104mila euro di salario lordo. Un amministratore delegato (dati riferiti ai primi 10 gruppi per capitalizzazione a Piazza Affari), nella media dei 4 anni, ha accumulato invece 17 milioni e 304mila euro, con una differenza a favore di quest’ultimi di 17.200.000 euro. Il rapporto calcola in 26mila euro lordi il salario medio di un dipendente, a fronte dei 4 milioni e 326mila euro del compenso medio per un top manager.

Per Megale, i numeri del rapporto sottendono “un distacco enorme che richiede subito una legge che imponga un tetto alle retribuzione dei top manager”. Infatti, prosegue, “in questi sei anni di crisi il potere d’acquisto dei salari e delle pensioni si è più che dimezzato mentre non hanno subito alcuna flessione i compensi dei top manager, così come nessuna incidenza ha subito quel 10% di famiglie più ricche, incrementando la forbice delle diseguaglianze”. La proposta della Fisac è quindi quella di un’imposta patrimoniale per le famiglie che possono contare su una ricchezza complessiva oltre gli 800mila euro, pari a 1 milione e 208.000 famiglie, in pratica la metà del gruppo delle più ricche (2 milioni e 400mila, che possiedono mediamente circa 1,6 milioni di euro).

Nel 2012 il salario netto mensile percepito da un lavoratore standard è stato pari a 1.333 euro che cala del 12% se si tratta di una dipendente donna e del 27% se è giovane (973 euro). Per i giovani poi la retribuzione in 10 anni non si è mai accresciuta: mille euro mensili circa in busta paga, immutata dal 2003.

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