Silvio Berlusconi torna sull’eventualità dell’uscita dell’Italia dall’euro, come già aveva fatto nelle scorse settimane. “Non è una bestemmia” ha ribadito oggi. “La Germania – ha argomentato durante la presentazione di un libro – si deve convincere che la Bce deve fare la banca di garanzia, pagare i titoli emettendo euro”. Se la Germania non dovesse accettare, il Cavaliere ipotizza “l’uscita dall’euro di Berlino”, sottolineando inoltre “di aver parlato con alcuni esperti tedeschi che sarebbero favorevoli”. L’alternativa, secondo Berlusconi, è che “gli Stati ritornino alla propria moneta nazionale. Non sarebbe auspicabile – dice ancora – ma ci sono dei vantaggi perché da quando c’è l’euro non ci sono più le svalutazioni mentre avere una propria moneta consente con una svalutazione competitiva di aumentare le esportazioni e non ci sarebbero ripercussioni sul mercato interno”. Insomma: “Non credo che sia una bestemmia” l’ipotesi che l’Italia esca dall’euro e torni alla propria moneta nel caso “l’euro non abbia alle spalle una Bce che faccia la banca di garanzia ed emetta euro”.

Ma oggi è stata una giornata importante anche per il confronto con il governo Berlusconi ha ricevuto in serata una telefonata del presidente del Consiglio Mario Monti (che ha chiamato anche Alfano, Bersani e Casini). Ma il Pdl continua a starci stretto. “Non possiamo addossarci la colpa che Monti si presenti a Bruxelles per il Consiglio europeo senza la riforma del lavoro in tasca”. Silvio Berlusconi lo ha messo in chiaro nel vertice notturno a palazzo Grazioli e poi, di nuovo, ai dirigenti del partito incontrati alla Camera dopo aver preso parte alla presentazione di un libro.

Di fronte all’impegno del governo di inserire nel decreto sviluppo sviluppo le modifiche che il Pdl chiedeva al disegno di legge lavoro, il Cavaliere non ha avuto problemi a ripetere in pubblico, come in privato, che “da parte del Pdl ci sarà un leale sostegno al governo”. Sì, ma fino a quando? La domanda se la pongono nel Pdl dove il malumore per quelli che sono considerati ormai i “diktat” di Monti inizia ad essere non più contenibile. Un malessere che i vertici del partito hanno descritto al Cavaliere mettendolo al corrente che difficilmente la maggioranza dei gruppi parlamentari accetti di votare un altro provvedimento seguendo il metodo che è stato seguito sul disegno di legge sul lavoro. Il Cavaliere, raccontano, avrebbe però ribadito che fino al vertice europeo la linea non deve cambiare: “Dopo però vedremo il da farsi”, parole che i falchi interpretano come un ultimatum lanciato proprio al Professore, mentre i più cauti insistono sul fatto che a questo esecutivo non ci sono alternative, cosa che dicono, sa bene anche l’ex premier.

La fotografia è di un partito in grossa difficoltà, senza una linea ben precisa. Tant’è che per evitare ulteriori fibrillazioni è stato deciso di sconvocare la riunione del gruppo della Camera. La riunione si terrà lo stesso giorno della direzione nazionale. Nel frattempo le “contromosse” sul tavolo del Cavaliere sono diverse. I pasdaran insistono per staccare la spina al governo e andare a votare alla luce anche dei sondaggi che danno un Pdl in caduta libera.

Diverso è invece il ragionamento di chi ipotizza un “Monti bis”, come segnale di discontinuità, con un ingresso di politici nell’esecutivo in modo da mediare prima sui provvedimenti che poi arrivano all’esame del Parlamento. Forse a sbrigliare la matassa ci penserà la direzione del partito convocata per il 26 giugno, proprio alla vigilia del summit Ue. Quello che però non sfugge a molti deputati pidiellini è la sensazione che Berlusconi sia già in campagna elettorale. Approfittando della presentazione di un libro (in una sala dove erano visibili molte poltrone vuote) l’ex capo del governo è tornato su uno dei suoi cavalli di battaglia: costringere la Germania ad accettare che la Bce si trasformi in una sorta di Fed in grado di dare garanzie agli stati dell’Eurozona. In caso contrario Berlusconi avverte, appunto, che l’Italia deve prendere “in considerazione la possibilità di uscire dall’Euro”.

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