Le nomine Agcom e Privacy si sono chiuse con un nulla di fatto per le candidature autonome, tagliate fuori ancora una volta dalla lottizzazione politica. Ma gli “outsider” provenienti dalla società civile ci riprovano con la Rai, dove la nomina del prossimo cda sarà la sfida per contrastare le consolidate abitudini del mondo della politica. E e proporre la competenza al posto della cooptazione. Articolo21 e Moveon hanno chiesto ai lettori di inviare i loro suggerimenti e a raccogliere migliaia di preferenze è stata Lorella Zanardo. Autrice del video “Il corpo delle donne”, un’analisi della figura femminile all’interno del palinsesto televisivo visto finora da 5 milioni di persone, è stata manager per molti anni, ha lavorato all’estero ed è stata consulente per la commissione europea. In settembre sarà alla Corte d’ Appello di Città del Messico per una serie di conferenze nei tribunali sul tema rappresentazione di genere e porta nelle scuole italiane il progetto “Nuovi occhi per la tv” per sviluppare una “visione consapevole”.

“La mia nomina è nata a sorpresa ed è stata espressione dei cittadini – spiega Zanardo -. La tv di oggi è vecchia, non parla ai giovani e spesso offre contenuti poco interessanti. E’ elitario dire di spegnerla, mentre guardarla è un diritto. Deve offrire programmi per tutti e che non siano umilianti. Ma un cda è un organo complesso, in cui servono competenze tecniche”. Che lei ha acquisito nel corso della sua esperienza professionale. Viste le segnalazioni dei lettori, Zanardo ha inviato il suo curriculum alla commissione di vigilanza che il 6 giugno aveva annunciato che “i cv dei cittadini che intendono candidarsi saranno consultabili nel portale Internet della commissione”. La sua è una proposta che, se avesse successo, creerebbe un precedente importante. “Da una parte c’è la società civile, dall’altra la politica che continua a proporre nomi non condivisi dai cittadini. Non ho nessun padrino”, ripete, “e il centrosinistra, visto che ha annunciato di non volere entrare nella partita Rai coi suoi candidati di partito, potrebbe sostenere i suggerimenti degli elettori. Ovvero le candidature indipendenti”. Se entrasse nel cda, Zanardo vorrebbe “che un canale tornasse ad essere servizio pubblico”, perché gli italiani “non chiedono solo intrattenimento con donne nude, ma programmi per imparare e che facciano divulgazione”. Poi inserire in palinsesto “trasmissioni che rispecchino la realtà” e mostrino le donne aldilà degli stereotipi “soubrette, astrologa o vittima” e trasmissioni “che propongano modelli positivi da seguire”. Nel concreto, aggiunge, “proporrei una versione attualizzata di ‘Non è mai troppo tardi’ la trasmissione del maestro Manzi che ha insegnato a scrivere a milioni di italiani nel dopoguerra. I tassi di analfabetismo nel nostro paese, infatti, sono tra i più alti d’Europa”. Secondo una ricerca di Tullio De Mauro del novembre 2011, infatti, “soltanto il 29% degli italiani è in possesso degli strumenti linguistici per padroneggiare l’uso della lingua italiana”. E prima di tutto obiettivo trasparenza: “Si parla di cda Rai ma nessuno sa cosa avviene lì dentro. Vorrei un blog che parli sulle decisioni del consiglio, finora troppo opaco”.

Nonostante il sostegno dal basso e gli obiettivi chiari, riuscirà a scardinare la prassi della spartizione delle poltrone? “Dalla consultazione con i nostri lettori sono emersi due elementi di novità  spiega Stefano Corradino, presidente di Articolo 21, che insieme ad altre sigle, da Agorà digitale a Open Media Coalition si è battuta per la trasparenza delle nomine nelle authority e nel servizio pubblico – . Il primo è che le nomine delle authority non sono soltanto temi per addetti ai lavori, ma interessano a tutti i cittadini. Secondo: a differenza di quanto abbiamo visto per le nomine Agcom e Privacy dove la maggioranza è composta da uomini, tra i lettori ha prevalso l’indicazione di figure femmnili. Oltre a Lorella Zanardo sono state proposte, ad esempio, Milena Gabanelli, Tana de Zulueta, Conchita De Gregorio e Norma Rangeri“. La società civile, oltre alle candidature slegate dai partiti, vuole entrare in maniera decisa nei temi di cui il Palazzo finora si è occupato senza chiedere alcuna consultazione e chiede che alle donne siano assegnati più spazi e ruoli dirigenziali. Secondo Corradino “mai come oggi i cittadini stanno diventando gruppi di pressione”. Che vogliono decidere e chiedono trasparenza.

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