La faccia l’hanno messa, per poi toglierla. E alla fine l’hanno persa. Primo su tutti Silvio Berlusconi. A seguire Umberto Bossi. Il premier, infatti, prima squalifica i quesiti referendari, quindi invita gli elettori ad andare al mare, poi, sul foto-finish della chiusura delle urne interviene pubblicamente: “Non avremo mai il nucleare”. Dopodiché, a risultato acquisito, lancia messaggi di distensione: “Bisogna rispettare la volontà dei cittadini”. Dall’altra parte, il Senatùr ha lasciato libertà di voto ai suoi, per poi virare sul non voto. Lui, almeno, due giorni fa ha detto che personalmente non sarebbe andato al seggio. Oggi non parla. Al contrario del ministro Maroni prima (“Quorum vicino”, ha detto il capo del Viminale a voto in corso) e Roberto Calderoli poi. Parole, quelle del ministro per la Semplificazione che sembrano chiudere il dialogo con il Pdl: “Siamo stanchi – ha detto – di prendere sberle”. Da chi poi? Se i due partiti di governo hanno remato per svuotare le urne referendarie.

Un tentativo comunque non riuscito. E così, se fino a ieri i quattro quesiti sembravano solo una questione di quorum, oggi il dato politico non è solo l’alta partecipazione (ha votato il 57 per cento degli aventi diritto), ma l’abrogazione delle nuove norme volute dal governo. Oltre 27 milioni di italiani, il 95 per cento dei votanti, si è espresso per il “sì”. Sì all’acqua pubblica, all’energia senza centrali atomiche, ma soprattutto sì al concetto di “legge uguale per tutti”. Il quesito sul legittimo impedimento, contro una legge ad personam voluta dal premier, ha avuto sostanzialmente lo stesso successo degli altri. Gli elettori di centrodestra che sono andati a votare (secondo le stime diffuse dal Tg La7 oltre il 40 per cento dell’elettorato di Pdl e Lega) non hanno rifiutato di ritirare la scheda verde, quella appunto in cui si chiede agli elettori se vogliono che il presidente del consiglio e i ministri siano protetti da norme particolari. Ma si sono espressi chiaramente. Contro Berlusconi e i suoi, che da 17 anni continuano a sostenere la necessità di leggi per mettere la politica al riparo dai processi. Un colpo durissimo che conferma l’esito delle elezioni amministrative, ma soprattutto un segnale di cui l’esecutivo non potrà non tenere conto, quando si tratterà di discutere e approvare altre norme in questo senso, come il processo breve o i limiti sulle intercettazioni telefoniche.

Ventinove milioni di italiani hanno votato in 61.599 sezioni. Alle loro preferenze vanno aggiunte quelle delle 1279 comunicazioni degli italiani all’estero. Alle 23, con la quasi totalità delle sezioni scrutinate e parte dei risultati internazionali, i sì vincono con una media del 95 per cento dei voti.

Acqua, gestione dei servizi pubblici locali. E’ stata del 57,02 per cento l’affluenza in Italia per il primo quesito, riguardo alla possibilità di affidare ai privati la gestione delle risorse idriche locali. Percentuale che cala al 56,16 con i voti degli italiani residenti all’estero. Alle 23, gli italiani contrari che hanno votato si all’abrogazione sono il 95,66 per cento. Favorevoli all’apertura ai privati sono invece il 4,34 degli elettori.

Acqua, determinazione della tariffa del servizio idrico: Il 57,03 per cento degli elettori – calati al 56,17 con i voti esteri – si è espresso sull’abrogazione della norma che consente di adeguare le tariffe per l’erogazione del servizio idrico al capitale investito, e non alla sola copertura dei costi. Sì alla cancellazione al 96,12 per cento, contrari il 3,88 per cento dei votanti.

Nucleare, produzione nel territorio di energia atomica: La possibilità di costruire nuove centrali atomiche in Italia ha portato alle urne il 56, 99 per cento dei cittadini residenti in Italia, percentuale che varia intorno al 56,14 per cento calcolando i voti degli italiani residenti fuori. A pronunciarsi contro sono il 94,50 per cento degli elettori, mentre i voti favorevoli si attestano al 5,50.

Legittimo impedimento, abrogazione della norma: Ad esprimersi è stato il 56,98 per cento degli aventi diritto, un meno 0,84 considerando i voti dall’estero. I sì alla cancellazione della norma che consente al presidente del Consiglio e ai ministri di non comparire in udienza penale opponendo il legittimo impedimento sono il 94,96 per cento. Per il mantenimento di questa possibilità si è invece pronunciato il 5,04 per cento degli italiani.

La cronaca ora per ora

19.22 – Firenze, tra le grandi città con maggiore affluenza

Fra le grandi città, la palma per l’affluenza alle urne va a Firenze dove ha votato il 65 per cento degli elettori.

19.00 – Famigliacristiana.it: “Quorum raggiunto, un altro “no” al governo”

“La gente scontenta e sfiduciata, delusa da un “miracolo italiano” troppe volte promesso e mai visto, sarà difficile da recuperare”. Chiude con queste parole l’articolo postato sul sito di Famiglia Cristiana, che parla di “un altro segnale di scontento nei confronti del governo”

18.44 – Reggio Emilia e Crotone, primo e ultimo posto nella classifica delle province con più affluenza

E’ Reggio Emilia la provincia dove gli elettori sono corsi in maggior numero percentuale alle urne facendo registrare il 68,5 per cento di votanti. Al capo opposto della classifica si trova invece la provincia di Crotone dove ha votato appena il 45,1 per cento.

18.10 – Fassino: “Torino, con affluenza al 60 per cento, si conferma capitale della partecipazione democratica”

“Un grande risultato, una partecipazione di popolo straordinaria che marca inequivocabilmente una linea di confine tra la volontà popolare e il governo Berlusconi”. Così il sindaco di Torino, Piero Fassino, commenta l’elevata affluenza alle urne per i referendum. “Torino, con oltre il 60 per cento di affluenza ai seggi – aggiunge – si conferma, dopo la splendida prova delle primarie e del primo turno alle amministrative, anche una capitale della partecipazione democratica, una Gran Torino della passione civile, del rinnovamento e della modernità”.

17.33 – Bologna e provincia, picchi oltre il 70 per cento

Bologna e la sua provincia si confermano aree in cui la partecipazione al voto dei cittadini è stata sopra alla media nazionale. In diversi comuni., come a Castelmaggiore, si è superato il 70 per cento di partecipazione. Nel capoluogo Bologna la partecipazione è stata del 64,93 per cento per i referendum 1 e 2; del 65,67 per il referendum numero 3 e del 64,92 per il quarto quesito. La media di tutti i referendum nell’intera provincia è stata superiore al 66,57 per cento.

17.30 – Valle d’Aosta, al voto oltre il 61 per cento degli elettori

Ha oltrepassato la quota del 61 per cento l’affluenza alle urne per i quattro referendum popolari in Valle d’Aosta. I risultati sono differenziati, anche se di poco, a seconda dei quesiti: il primo sull’acqua si è attestato sul 61,12 per cento, mentre il secondo ha raggiunto il 61,13. Sul nucleare si è espresso il 61,04 per cento degli elettori e sul legittimo impedimento il 61,02. Le più alte percentuali di partecipazione al voto si sono registrate a Chamois e Valgrisenche, oltre il 77 per cento. Sotto il 50 per cento invece Courmayeur. Nel comune capoluogo, Aosta, hanno votato più di 16mila persone su circa 27mila elettori, pari a una percentuale del 59,4.

17.06 – Friuli Venezia Giulia, affluenza al 58 per cento

Affluenza al 58 per cento per i referendum in Friuli Venezia Giulia. Per i quesiti numero uno e due sull’acqua sono andati a votare rispettivamente il 58,25 e il 58,26 per cento degli elettori. Al quesito numero tre, riguardo al nucleare, la provincia più virtuosa è risultata quella di Gorizia, dove ha votato il 62,70 per cento degli aventi diritto. Fanalino di coda è Trieste, con il 55,54 per cento dei votanti. Sul legittimo impedimento si è invece pronunciato il 58,14 per cento dei cittadini della regione.

16.57 – Istituto Emg: rilevazioni affluenza per partito politico di riferimento

Secondo una rilevazione dell’istituto Emg per il Tg La7 sarebbe andato a votare il 44,8 per cento degli elettori del Pdl e il 39,5 tra quelli della Lega. per quanto riguardo il centrosinistra, invece, si sarebbero espressi il 77,5 per cento dei votanti del Pd, l’80,5 dell’Idv, il 75,2 di Sel. Alle urne il 57,6 per cento dei simpatizzanti del Terzo polo. Indeciso il 66,5 per cento, mentre un restante 25 apparterrebbe all’area del ‘non voto’.

16.10 – Milano, affluenza al 52,3 per cento per i quesiti nazionali e quorum superato già ieri sera per i locali

Affluenza al 52,3 per cento a Milano per il referendum nazionale. Mentre di poco più bassa, a poco più del 49 per cento, la partecipazione ai cinque quesiti cittadini. Il quorum per i quesiti locali era stato comunque fissato al 30 per cento: soddisfazione è stata quindi espressa dai promotori. In particolare, l’affluenza per il quesito 1 sul traffico è del 48,94% per cento del 49,02 per il referendum sull’aumento del verde, del 49,03 per quello sul parco Expo. Infine del 49,02 per il quesito sul risparmio energetico e del 49,01 per quello sulla riapertura dei navigli. Il quorum per i referendum milanesi era già stato raggiunto ieri sera alla chiusura dei seggi, quando aveva votato il 38 per cento dei cittadini.

15.09 – Viminale: 79 comuni scrutinati, affluenza oltre il 52 per cento

A 79 comuni scrutinati, l’affluenza per le consultazioni referendarie è oltre il 52 per cento.

15.05 – Tecnè: “Affluenza tra il 56 e il 61 per cento”

Una cifra compresa tra il 56 e il 61 per cento. E’ questa la stima dell’istituto di ricerca ‘Tecnè’ relativa all’affluenza degli elettori italiani in occasione dei referendum.

15.03 – Instant poll Sky: “Affluenza tra il 54,5 e il 59,5 per cento”

Secondo i primi instant poll diffusi dall’emittente Sky, la percentuale di votanti registrata per le consultazioni referendarie sarebbe tra il 54,5 e il 59,5.

14.52 – Ceccanti, Pd: “Esternazioni di Maroni e Berlusconi violano anche la legge”

Le esternazioni di Maroni e Berlusconi a urne aperte “violano senz’altro la correttezza istituzionale ma forse anche l’articolo 100 del Testo Unico Camera che secondo l’articolo 50 della legge sui referendum è applicabile pure a quel tipo di consultazioni e che punisce anche in termini penali chiunque in qualunque modo altera il risultato della votazione”. Lo segnala in un’interrogazione il senatore del Pd Stefano Ceccanti. L’esponente democratico chiede pertanto di sapere “se per il futuro si intenda rientrare nella più rigorosa correttezza istituzionale di un Paese a democrazia pluralista che richiede il più rigoroso silenzio durante le operazioni elettorali per rispettare le garanzie costituzionali del voto dei cittadini, evitando in qualsiasi modo di incorrere in violazioni di legge”.

14.50 – Roccella: “Equivoco nel mondo cattolico: secondo il principio dei sì all’acqua scomparirebbero le scuole cattoliche”

”Quello che mi ha impressionata è stato l’equivoco nel mondo cattolico”. Lo affermato il sottosegretario del ministero della Salute, Eugenia Roccella. “Per esempio sull’acqua se si applicasse lo stesso principio che una parte del mondo cattolico ha applicato per i referendum – ha affermato Roccella – dovrebbero scomparire in primo luogo le scuola cattoliche, la sanità gestita da privati in ambito cattolico e così via”. “Non è che lo Stato è meglio di un privato – ha proseguito il sottosegretario -, come per la procreazione medicalmente assistita, le regole sono le garanzie che danno i contenuti”. Roccella ha ammesso che”forse abbiamo preso un pò sottogamba i referendum perché dal punto di vista dei contenuti erano inconsistenti”. E, rispetto ai risultati, commenta: “Insisterò su questo, sul fatto che qualunque siano il governo non ha preso posizione e non influisce”.

14.47 – Prestigiacomo: “Con abbandono nucleare ancora più importanti rinnovabili”

“Condivido in pieno quanto affermato dal Presidente Berlusconi che stamani ha ribadito, ad urne ancora aperte, e quindi a prescindere dall’esito referendario, il forte impegno dell’Italia per le fonti rinnovabili, che l’abbandono della scelta nucleare rende ulteriormente importanti e strategiche per l’equilibrio energetico del nostro paese”. E’ quanto afferma in una nota il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo. “L’energia pulita – aggiunge – è un settore in grandissima espansione ed oggi occorre guardarla con un orizzonte che vada ben oltre il 2020, data che fissa gli impegni internazionali del nostro paese in materia di rinnovabili”. Su questo tema, conclude, “esiste una vasta adesione bipartisan. Dobbiamo guardare lontano, rafforzando la strategia intrapresa dal Governo che vede nelle rinnovabili non solo un essenziale contributo ai bisogni energetici ma anche una fondamentale filiera di sviluppo imprenditoriale e occupazionale, affinché l’Italia possa avere un ruolo da protagonista nell’economia del domani”.

14.37 – Sacconi: “Referendum non è un segnale politico a Berlusconi”

”Non credo che il referendum sia un segnale politico a Berlusconi”. E’ la lettura del voto sui quesiti referendari data dal ministro del Welfare Maurizio Sacconi, a margine dell’assemblea generale di Assolombarda a Milano. Il voto sui quesiti infatti “ha visto convergere su quelli trainanti elettori di diverso segno”. L’esito quindi “non complica ne agevola il lavoro della maggioranza – ha continuato Sacconi – che ha di fronte a sè la responsabilità precisa dei provvedimenti che dovrà assumere per la stabilità e la crescita”. Il ministro ha poi ammesso di non aver votato perchè “non amo la democrazia referendaria – ha spiegato – e sono tra quelli che pensavano che i quesiti fossero mal posti”.

14.35 – Rampelli, Pdl: “Il quorum si raggiunge anche con gli elettori di centrodestra”

”La vera notizia che in molti fin qui hanno tentato di oscurare è che il quorum si raggiunge con la partecipazione al voto della maggioranza di elettori del centrodestra. E, quindi, ogni strumentalizzazione politica è destinata a spiaggiarsi sulla implacabile logica dei numeri”. A rivendicare il voto anche nell’area della maggioranza è Fabio Rampelli (Pdl). “La democrazia diretta è un modo per verificare la condivisione dei cittadini di alcuni provvedimenti ed è giusto evocarla quanto accettarne le indicazioni – aggiunge -. La mia battaglia a viso aperto per 3 sì (nucleare e acqua) è stata anche dettata dall’esigenza legittima dei nostri milioni di elettori di avere una rappresentanza che non corrispondesse ai volti di Bersani e Di Pietro e mi ha dato la possibilità di ascoltare in ogni piazza dove sono stato presente il parere dei nostri simpatizzanti, interpretandone l’umore e le convinzioni”.

14.27 – Orlando, Idv: “E’ troppo presto per parlare. Gravi messaggi che rischiano di disincentivare i cittadini ad andare a votare”

“E’ grave che in un giorno di silenzio elettorale si lancino messaggi che rischiano di essere fuorvianti e di disincentivare i cittadini a recarsi alle urne”. Lo scrive sul suo profilo Facebook il portavoce dell’Italia dei Valori, Leoluca Orlando. “E’ troppo presto per cantare vittoria o per parlare di sconfitte – aggiunge -. L’Italia dei Valori, che da sola ha raccolto oltre due milioni di firme e che crede fermamente in questa battaglia, è fiduciosa nel buon esito delle consultazioni referendarie ma invita tutti a una doverosa cautela”.

14.23 – Ghedini: “Se il legittimo impedimento non passa al referendum, per noi non cambia niente”

Se per via del referendum dovesse essere abrogata la legge sul legittimo impedimento, la situazione processuale di Silvio Berlusconi “non cambia affatto”. Lo ha affermato Niccolò Ghedini, uno dei difensori del premier, rispondendo ad alcune domande dei cronisti al termine dell’udienza del processo milanese per il caso Mediaset. “Noi con la legge attuale – ha precisato – dal 28 febbraio, da quanto sono cominciati i processi, abbiamo già fatto quasi una ventina di udienze, una media elevatissima”. Oggi il presidente del Consiglio – ha proseguito il legale che è anche parlamentare del Pdl – era impegnato in un vertice bilaterale Italo-israeliano e noi abbiamo comunque fatto udienza perché ci siamo impegnati a farla ogni lunedì. E quindi si va al di là del problema della legge”.

Ghedini ha inoltre ribadito che la difesa del premier ha impostato l’attività processuale “sul principio di leale collaborazione richiesta dalla consulta”. Ghedini ha però fatto notare che spesso a Milano i giudici “vogliono fare quattro processi in contemporanea” e che “quindi bisogna che anche loro si adeguino anche alle esigenze della difesa”.

13.44 – Per quorum alle 15 necessaria affluenza del 53,51%

Perché si raggiunga il quorum senza tener conto del voto degli italiani all’estero, è necessario che alle ore 15, quando vi sarà la rilevazione finale dei votanti in Italia, l’affluenza si attesti al 53,51% o più in alto. Quella percentuale, infatti, corrisponde a un numero di votanti appena superiore a 25.209.425, che è il numero minimo di persone andate alle urne che rende valido il referendum (50 per cento, più uno, degli elettori). Il corpo elettorale, infatti, è formato da 47.118.352 elettori chiamati alle urne in Italia, più 3.300.496 persone iscritte nelle liste elettorali all’estero: in totale 50.418.848 elettori. La metà, più uno, è pari 25.209.425. Per raggiungere tale cifra senza tener conto degli italiani che votano all’estero, è dunque necessario che in Italia voti il 53,51 per cento dei 47.118.352 elettorali chiamati alle urne.

13.40 – Pd: “Da Maroni parole inopportune e incredibili”

“Le affermazioni del ministro Maroni sul quorum sono inopportune e incredibili”. Così Maurizio Migliavacca, coordinatore della segreteria Pd, attacca l’annuncio del ministro degli Interni sul raggiungimento del quorum.

13.35 – Donadi: “Da Berlusconi grave e inaccettabile ingerenza. Interrompe il silenzio elettorale a urne aperte”

“In queste ultime ore di voto, in cui si gioca il raggiungimento del quorum, è gravissimo, intollerabile e inaccettabile che il presidente del Consiglio Berlusconi interrompa il silenzio elettorale con le sue valutazioni politiche. Parole che potrebbero influenzare la partecipazione elettorale degli italiani. Anche di questo si dovrà iniziare a discutere da domani”. Lo afferma il presidente del gruppo Idv alla Camera, Massimo Donadi.

13.20 – Berlusconi: “Diremo addio al nucleare”

“L’Italia probabilmente a seguito diuna decisione che il popolo italiano sta prendendo in queste ore, dovrà dire addio alla questione delle centrali nucleari e quindi dovremo impegnarci fortemente sul settore delle energie rinnovabili”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, nel corso della conferenza stampa a Villa Madama con il premier israeliano, Benjamin Netanyahu.

13.16 – Bonelli: “Dichiarazione di Maroni fuori luogo”

“L’annuncio del ministro Maroni è fuori luogo: a questo punto il Viminale renda noti i dati ufficiali delle 12. I cittadini in queste ultime ore devono essere ancora più motivati e continuare ad andare a votare”. E’ quanto afferma il presidente nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli, dopo le parole del ministro dell’Interno, Roberto Maroni, che questa mattina da Varese ha confermato il probabile raggiungimento del quorum. “Non vogliamo che in queste ore -rimarca Bonelli- ci sia alcun tentativo di demotivazione. Invitiamo quindi tutti i cittadini ad andare a votare ed essere protagonisti di questo grande cambiamento per il Paese”.

13.09 – Wwf: “Attenzione a comunicazioni fuorvianti sul quorum”

Il Wwf Italia mette in guardia da “comunicazioni fuorvianti sul presunto raggiungimento del quorum” al referendum. “Bisogna fare attenzione, aggiunge subito l’associazione ambientalista”. In queste ore “si è diffusa la sensazione del raggiungimento del quorum, rafforzata non solo dalle dichiarazioni del ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ma anche da alcune testate come ‘Il Giornale’ online che titola sul superamento del quorum con una proiezione al 55%”. In realtà – osserva il Wwf – tenendo conto del voto degli italiani all’estero “i margini di sicurezza sono incerti”. Per questo, conclude l’associazione del panda, deve continuare “il tam tam delle ultime ore a caccia di tutti i voti disponibili” per raggiungere e superare il quorum.

13.00 – Santanché: “Nucleare? In linea con scelta del governo”

Se con l’esito refenderario dovesse confermarsi la tendenza ad una contrarietà al nucleare altro non significherebbe che un allineamento alle scelte governative. E’ quanto rilevato dal sottosegretario Daniela Santanché che ha fatto notare come l’esecutivo abbia “già abrogato quella che era la costruzione dei siti nucleari. Quindi – ha aggiunto – il Referendum in parte è già stato fatto dal Governo”.

12.31 – Comitati per il ‘sì’: “Quorum raggiunto”

”Il quorum è stato raggiunto”. A sostenerlo il Comitato referendario “Due sì per l’Acqua Bene Comune”, sulla base dei dati in loro possesso. “Mancano pochi voti – continua il Comitato per l’Acqua che si trova in piazza di Bocca della Verità a Roma in attesa dei risultati del referendum, insieme al “Comitato Vota sì per fermare il nucleare” – per mettere al sicuro il risultato e per tutelarci dal ‘calo fisiologico’ dei dati che arriveranno dagli italiani all’estero”.

12.16 – Promotori referendum acqua: “Siamo oltre il 50%”

Dai dati che riceviamo, pare che il quorum sia stato raggiunto. Mancano pochi voti per mettere al sicuro il risultato per tutelarci dal “calo fisiologico” dei dati che arriveranno dagli italiani all’estero. E poi tutti nelle piazze d’Italia a festeggiare”. Lo annuncia in una nota il Comitato referendario due si’ per l’acqua

11.56 – Maroni: “Quorum sarà raggiunto”

”Io ho solo il dato di ieri sera,non ci saranno altre rilevazioni della partecipazione fino alle 15, quando si chiudono i seggi. Però la proiezione fatta dagli esperti del ministero dell’Interno rispetto al dato di ieri fa pensare che si raggiungerà il quorum per tutti e quattro i referendum, anche senza considerare il voto degli italiani all’estero”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, interpellato al termine di una visita privata al sindaco di Varese, Attilio Fontana.

11.54 – Bonelli: “Sono ottimista”

“Se sabato ero moderatamente ottimista ora sono abbastanza ottimista, dopo il dato di 30 seggi campione che teniamo monitorati. Divulgheremo alle 15 le nostre proiezioni a piazza del Pantheon”. Lo dice Angelo Bonelli, leader dei promotori dei referendum.

10.06 – Napoli, ancora problemi al sistema elettronico: “Ma lo spoglio sarà ok”

Ancora problemi al Centro elaborazione dati del Comune di Napoli e, di conseguenza, rallentamenti nelle procedure di rilascio degli attestati di voto. Nonostante i tecnici abbiano lavorato tutta la notte, non si è riusciti a ripristinare il corretto funzionamento del server. La situazione, dunque, anche stamattina, proseguirà come ieri: presso ogni Municipalità è stata garantita la presenza di almeno due terminali abilitati rispettivamente al rilascio delle carte d’identità e a quello degli attestati per il voto. Secondo quanto assicura il Comune di Napoli, tali problemi tecnici non creeranno problemi alle procedure di spoglio.

7.10 – Riaperti i seggi. Ieri affluenza oltre il 41%

Sono state riaperte pochi minuti fa le oltre 61 mila sezioni elettorali per i quattro referendum su servizi pubblici locali, tariffe dell’acqua, energia nucleare e legittimo impedimento. I seggi chiuderanno definitivamente alle ore 15 di oggi. Ieri alle ore 22 aveva votato il 41,1 per cento degli aventi diritto. Per la validità dei referendum dovrà recarsi alle urne il 50 per cento, più uno, degli elettori.

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