Nei corridoi il termometro segna nove gradi. Aule umide, serramenti marci, impianti fuori norma. Sei scuole di Milano attendono urgenti ristrutturazioni. E secondo i tecnici comunali, l’istituto Cassinis di via Hermada va abbattuto e ricostruito. Da almeno un decennio questi lavori sono inseriti nel piano annuale delle manutenzioni straordinarie previste dal Comune, ma alla fine gli interventi non vengono mai finanziati. La situazione peggiora di anno in anno e ora i genitori hanno deciso di passare al contrattacco.

Le famiglie degli alunni di sei istituti milanesi hanno dato vita da poco al coordinamento ‘Una crepa in Comune’. Ma già da anni si rimboccano le maniche. Imbiancando aule, sistemando banchi e armadi, mettendo in sicurezza gli impianti. Eppure i problemi sono tanti. In alcune delle sei scuole del coordinamento mancano gli accessi per gli alunni con disabilità. All’istituto Don Orione di via Iseo, scuola che risale al 1921, quello per i disabili è un percorso a ostacoli. Nei corridoi poi le temperature non superano i nove gradi. “E nello spogliatoio della palestra fa ancora più freddo”, garantisce Simona Regondi, mamma di un alunno. Ma le condizioni più proccupanti riguardano l’istituto Cassinis, un prefabbricato costruito nel 1963 per durare quindici anni: oggi sta per compierne cinquanta e cade a pezzi. “La struttura è così malconcia che subiamo continue intrusioni e tentativi di furto”, spiega Emanuela Russo di ‘Una crepa in Comune’. “Adesso tocca al Comune – attacca Alberto Forni del coordinamento – A primavera tecnici e assessori hanno visitato le scuole promettendo interventi entro il 2010. Ma ancora una volta nulla di specifico è stato programmato. Siamo stanchi delle continue promesse: il 31 gennaio saremo davanti a Palazzo Marino per un presidio di protesta”.

L’assessore comunale ai Lavori pubblici Bruno Simini ribatte alle accuse: “Investiamo il 30% del bilancio nell’edilizia scolastica. Quest’anno abbiamo stanziato trenta milioni di euro e altri ne stanzieremo, ma a Milano ci sono più di 500 scuole e una su quattro ha più di quarant’anni”. Gli interventi, precisa Simini, vengono decisi in base alle priorità e in accordo con i dirigenti scolastici: “Partiamo dai cedimenti e dagli edifici in cui piove dentro”.

“E’ vero, di soldi se ne spendono di più rispetto a dieci anni fa – spiega Marco Cormio, consigliere comunale del Pd – ma si tende a voler accontentare tutti. Così si rifanno gli intonaci a decine di scuole mentre gli edifici che avrebbero bisogno di ingenti risorse continuano ad aspettare”.

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