New York. Nuovo colpo contro Obama, stavolta dalla magistratura. Un giudice di Richmond, in Virginia, nominato nel 2002 dall’ex presidente George W. Bush, ha dichiarato incostituzionale una parte chiave della riforma sanitaria voluta dalla Casa Bianca democratica.

La legge, benedetta dal presidente la scorsa primavera, prevede che gli americani aprano obbligatoriamente un’assicurazione sanitaria (semmai con i sussidi statali), pena una multa salata. Allargando gli aiuti ai più poveri e obbligandoli ad avere una polizza, la Casa Bianca vuole migliorare la situazione di migliaia di cittadini che si ritrovano spesso nei guai quando sono costretti ad andare in ospedale.

Il giudice Henry Hudson ha detto che la richiesta – detta minimum essential coverage provision – non è in linea “né con la lettera né con lo spirito della Costituzione”. La questione, ha scritto il magistrato, “non riguarda la semplice regolamentazione delle assicurazioni, o la copertura sanitaria universale, ma concerne piuttosto il diritto individuale di decidere” sulla polizza che può essere comprata o meno.

A livello filosofico e giuridico, la questione gira appunto attorno alla possibilità dello stato di imporre l’acquisto di un bene. In questo caso si tratta della assicurazione sanitaria, anche se il magistrato, in una delle audizioni, ha chiesto retoricamente se lo Stato possa aver voce in capitolo anche nell’obbligare i cittadini americani a “mangiare asparagi”.

La sentenza di 42 pagine, comunque, non smantella l’intera riforma obamiana da 2,5 trilioni di dollari, approvata lo scorso marzo. E la Casa Bianca, con ogni probabilità, ricorrerà in appello. La battaglia protrebbe finire davanti alla Corte Suprema di Washington, ma solamente tra un paio d’anni.

Il governo di Obama ha dovuto spedire i suoi avvocati in giro per gli Stati Uniti, visto che quella di Richmond non è l’unica aula giudizaria dove c’è battaglia. Si è combattuto anche a Detroit e Lynchburg (sempre in Virginia), ma i casi non avevano fatto notizia perché avevano vinto i legali di Obama. Giovedì ci sarà un altro round, a Pensacola, in Florida, davanti al giudice Roger Vinson, che non sembra amare la riforma obamiana, proprio come il collega Henry Hudson.

Il 2011 e il 2012 saranno anni difficili per il presidente democratico, indebolito dalle elezioni di metà mandato che hanno dato più potere ai repubblicani in Congresso. Il partito di Bush ora controlla la Camera e ha più margini al Senato, ma non la maggioranza. Proprio per questo ha promesso battaglia sulla cosiddetta health care, che subirà attacchi anche di tipo legislativo: una delle idee è di fermare le leggi per finanziare le nuove direttive contenute nella riforma.

In fondo anche le battaglie nelle aule dei tribunali sono motivate politicamente: la causa di Richmond era partita dal ministro della giustizia della Virginia, Kenneth Cuccinelli II, repubblicano come molti altri che hanno voluto portare la riforma sanitaria in tribunale. Cuccinelli, fiero avversario della Casa Bianca, aveva firmato il ricorso il giorno stesso dell’approvazione della riforma.

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