Ultim’ora: viste le difficoltà tecniche segnalate da alcuni lettori nella procedura di rinnovo, abbiamo deciso di prolungare la nostra campagna abbonamenti fino a lunedì 22 novembre. Ancora per una settimana, dunque, il giornale cartaceo sarà consegnato ai vecchi abbonati. Mentre il pdf sarà regolarmente scaricabile fino a domenica 21. Anche se è possibile che martedì 16 si verifichino alcuni disservizi e che l’edizione del giorno sia disponibile solo nel pomeriggio. Buona continuazione e buona lettura.


Elio e soci si cimentano in una esilarante “pubblicità comparativa” per spiegare che cosa distingue il Fatto Quotidiano dagli altri giornali. “Se non lo comprate e non vi abbonate, non potrete più leggere la notizia del “Bunga Bunga”. (Clicca qui per visualizzare il video su iPhone e iPad)

Cari lettori,
mancano pochi giorni alla chiusura della prima campagna per il rinnovo degli abbonamenti al Fatto Quotidiano. Finora siete stati in tanti a rinnovare. Ma non abbastanza. Quando, lo scorso anno, la nostra “sporca dozzina” fondò il nostro giornale, temevamo di dover fronteggiare enormi problemi di sopravvivenza a bordo di un minuscolo vascello esposto a ogni intemperia. Invece ci siamo ben presto accorti che le cose sarebbero andate in modo diverso. I 40 mila e più abbonamenti sottoscritti ancor prima che andassimo in edicola ci hanno infuso una forza insperata. Senza avere alle spalle editori ricchi di capitali, senza doverci prostituire con le banche a caccia di prestiti e mutui, anzi rifiutando la sconcia elemosina del finanziamento pubblico, ci siamo trovati in mano un giornale non ricattabile.

Né dagli investimenti pubblicitari, né dagli istituti di credito, né dalla politica, né dagli altri poteri forti. Tutto questo, è bene dirlo chiaramente, è stato solo merito vostro. Senza gli abbonati e le 75 mila persone che ogni giorno, in media, spendono 1,20 euro per acquistarlo, Il Fatto Quotidiano non sarebbe diventato quello che è e quello che vuole diventare. Sarebbe stato un giornale ugualmente libero, certo: su questo potete giurarci, noi il giornalismo da riporto proprio non lo sappiamo fare. Ma, senza i nostri centomila e piu lettori, Il Fatto sarebbe stato un quotidiano più povero, con meno notizie, meno storie in esclusiva, meno firme di prestigio. Una piccola voce, magari ricca di opinioni, ma non di fatti.

E invece è proprio sui fatti e sulla loro conoscenza che si basano le (vere) democrazie. Diceva un grande liberale come Luigi Einaudi: “Bisogna conoscere per deliberare“. I cittadini devono sapere come stanno esattamente le cose, per poi poter fare le loro scelte. E un principio semplice. Quasi banale. Che però spiega bene perché in questi anni le forze politiche ed economiche di questo Paese (quasi tutte) abbiano lavorato alacremente alla scomparsa dei fatti. L’ignorante, anzi l’ignavo, può essere condizionato, manipolato, indirizzato. Noi non siamo giornalisti migliori degli altri. Nei quotidiani concorrenti siedono tanti eccellenti colleghi, straordinari professionisti, che però sono spesso costretti a guardarci con invidia. Perché la libertà del Fatto non ha eguali.

E cosi può persino succedere che diventi un nostro scoop una notizia conosciuta in molte redazioni, ma che nessuno vuole o ha il coraggio di pubblicare. È accaduto, per esempio, già sul primo numero del Fatto, con gli articoli riguardanti un’indagine sul sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta. Il quale in quel momento era considerato l’ala “dialogante” del governo e soprattutto l’uomo con cui gli editori trattavano i finanziamenti pubblici e lo stato di crisi dei loro giornali. In questi mesi Il Fatto Quotidiano ha cercato di raccontare l’altra faccia del Potere. Di tutto il Potere. E ha dato voce a un pezzo d’Italia che di solito non trova spazio sugli altri mezzi d’informazione. Ci hanno accusati, via via, di essere di sinistra, dipietristi, grillini, finiani, giustizialisti, fascisti, comunisti, qualunquisti. Ma, quando abbiamo avuto una storia che ritenevamo degna di essere raccontata, l’abbiamo sempre pubblicata. Senza domandarci a chi giovasse o a chi dispiacesse.

E la collezione della nostra prima annata è lì a dimostrarlo. A volte abbiamo commesso errori. Ma quando ciò è avvenuto, è sempre stato per colpa nostra. Non perché qualcuno ce lo aveva ordinato. Anche per questo vi invitiamo a abbonarvi o a rinnovare l’abbonamento. Magari scegliendo la formula del Pdf, più puntuale, pratica ed economica. Per diventare più precisi, per verificare meglio le tante notizie in cui incappiamo, per cercarne e trovarne di nuove, per far giungere le informazioni al maggior numero di persone possibile, dobbiamo fare nuovi investimenti: in giornalisti e in tecnologie. Già oggi la nostra redazione è cresciuta e annovera 36 colleghi. Il nostro sito internet la scorsa settimana ha toccato la cifra record di 296.352 visitatori unici giornalieri. E per migliorare, magari arrivando anche a creare una vera web Tv, ci servono fondi. I nostri conti sono attivi. Non lo neghiamo, anzi lo diciamo con orgoglio. A fine anno il nostro bilancio chiuderà in utile. Ma abbiamo il dovere di pensare al futuro. Dobbiamo pianificare attentamente i passi da compiere, cosi da poter crescere ancora senza commettere errori. Perché siamo liberi e vogliamo restarlo.Per questo vi chiediamo di rinnovare, se volete e potete, il vostro abbonamento. Restateci accanto.

Antonio Padellaro, Peter Gomez, Marco Travaglio

Post scriptum 1. Cliccate su questo link. Una volta “loggati”, troverete un menu a tendina nel quale potrete scegliere il tipo di abbonamento che preferite. Chi lo rinnoverà prima della scadenza riceverà per Natale un libro che raccoglie gli articoli e le inchieste più interessanti del nostro primo anno. Se sceglierete l’abbonamento Pdf avrete parecchi vantaggi. Leggerete il giornale prima degli altri, spenderete meno (130 euro per un anno) e sarete certi di avere ogni giorno la vostra copia del Fatto sul desktop del computer (alla faccia dei ritardi delle Poste). Il Pdf inoltre può essere gia ora scaricato e sfogliato su IPad (nell’App Store di ITunes troverete un’applicazione che non è stata da noi prodotta e commercializzata, ma che risulta molto funzionale).

Post post scriptum 2. Nel sito www.ilfattoquotidiano.it, causa lavori di manutenzione, sono stati azzerati i cokies. Per questo, in qualche caso, alcune applicazioni per IPad non sono più in grado di scaricare il Pdf. Per ripristinare il tutto basta disinstallare e reinstallare l’applicazione tramite ITunes o App Store. Grazie.

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