“Dopo la manifesatzione del 27 novembre, in assenza di risposte, noi continueremo se necessario anche con lo sciopero generale”. Chiude così il suo intervento il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, dal palco di piazza San Giovanni dove si è appena conclusa la manifestazione della Fiom. Epifani, giunto al termine del suo mandato, ha affermato di lasciare la sua carica con la speranza in un cambiamento del Paese. Dice di non essere amareggiato nel lasciare il posto ma di sperare “che le cose possano cambiare anche se la situazione e’ molto difficile. Non ci si sta occupando di chi sta peggio e non si sta facendo tutto quello che gli altri Paesi invece stanno mettendo in atto per contrastare la crisi”.

Anche il numero uno della Fiom, Maurizio Landini, parla di sciopero generale: “Abbiamo il dovere di continuare questa battaglia e per continuare è necessario che si arrivi a proclamare lo sciopero generale”. Secondo Landini infatti “la democrazia e’ un nuovo modello di sviluppo si costruiscono con il coraggio di cambiare”. Parla della “forza di una piazza democratica e pacifica” il segretario della Fiom. In riferimento al pericolo di infiltrazioni paventato dal ministro dell’Interno, Roberto Maroni, e dal ministro del lavoro, Maurizio Sacconi, Landini ha replicato dalla piazza: “I ministri che in questi giorni hanno fatto a gara a dire quello che hanno detto, si devono vergognare, perché quando si arriva ad invocare, come un ministro della Repubblica ha fatto, il morto, siamo di fronte ad una irresponsabilità totale. Se questi ministri possono dire castronerie che ogni tanto dicono è perché siamo noi che garantiamo a tutti di poter dire il proprio pensiero”.

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