“Sono ottimista sull’accordo, la revoca soddisfa tutti”. Così l’amministratore delegato di Telecom Italia, Franco Bernabè, ha commentato il congelamento dei 3700 licenziamenti deciso oggi al tavolo governo-azienda-sindacati. Telecom ha infatti deciso di tenere aperta la trattativa con sindacati e Governo che andrà avanti fino al 30 luglio, termine prefissato per il raggiungimento di un accordo.

Al tavolo, convocato dal viceministro alle Comunicazioni Paolo Romani di concerto con il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi per affrontare il nodo delle 3.700 procedure di licenziamento avviate dall’azienda, hanno partecipato l’amministratore delegato del gruppo telefonico Franco Bernabè e i rappresentanti dei sindacati nazionali e di categoria di Cgil, Cisl, Uil e Ugl. La riunione è durata circa quattro ore e si è conclusa con l’accordo su una serie di punti: si apre, recita un comunicato congiunto, “tra azienda e sindacati un intenso negoziato sullo sviluppo industriale del gruppo e sulle conseguenti ricadute sui livelli occupazionali con l’obiettivo di verificare entro il 30 luglio le condizioni per un accordo”. Al negoziato “parteciperanno il viceministro Paolo Romani e il ministro Maurizio Sacconi o i loro delegati”. Durante lo stesso periodo “il ministro Sacconi verificherà gli strumenti di protezione del reddito utili ad accompagnare i lavoratori eventualmente riconosciuti in esubero al pensionamento nei termini di legge”. Di conseguenza, “Telecom Italia ritira le procedure di messa in mobilità al fine di favorire una costruttiva conclusione dell’accordo con riserva di riproporle nel termine già indicato del 30 luglio in assenza di sviluppi positivi del negoziato”. Romani, infine, “assume l’impegno a convocare le organizzazioni sindacali per una consultazione sugli investimenti e i progetti nel campo delle tlc e delle reti di nuova generazione”.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Licenziamenti Telecom,
Governo convoca parti per mercoledì

next
Articolo Successivo

Meno morti sul lavoro? Chiudiamo le fabbriche

next