Capitoli

  1. Stefano Cucchi, dieci anni dopo: dal muro di omertà e i depistaggi fino al racconto delle botte. Con l’Arma oggi finalmente parte civile
  2. Tutte le tappe del caso Cucchi: l'arresto
  3. I processi a medici e agenti penitenziari
  4. L'indagine sul pestaggio
  5. Parla Casamassima: cinque a processo
  6. Il supertestimone: "Così i miei colleghi lo pestarono"
  7. Il depistaggio del caso Cucchi
Giustizia & Impunità

Il depistaggio del caso Cucchi - 7/7

Il 22 ottobre del 2009 moriva all'ospedale Pertini il 31enne romano. Da allora otto processi, nove se si conta quello che deve ancora cominciare, non sono bastati per scrivere nero su bianco cosa ha causato il decesso del giovane. Almeno fino al racconto del militare Francesco Tedesco, testimone oculare delle botte a Stefano. Oggi - con il processo per il pestaggio che sta per finire e quello dei depistaggi che deve ancora iniziare - anche l'Arma ha deciso di considerarsi come parte offesa

16 luglio 2019: il rinvio a giudizio per il depistaggio – Sono otto i carabinieri che dovranno affrontare un processo per aver tentato d’insabbiare le indagini sulla morte di Cucchi. Il militare più alto in grado rinviato a giudizio è Alessandro Casarsa, ex comandante dei Corazzieri e all’epoca dei fatti comandante del Gruppo Roma, accusato di falso ideologico. Gli altri imputati sono il colonnello Lorenzo Sabatino, ex capo del nucleo operativo di Roma, accusato di omessa denuncia; Francesco Cavallo, all’epoca dei fatti tenente colonnello capoufficio del comando del Gruppo Roma; Luciano Soligo, già comandante della Compagnia Montesacro; Massimiliano Colombo Labriola, ex comandante della stazione di Tor Sapienza; Francesco Di Sano, all’epoca in servizio a Tor Sapienza; Tiziano Testarmata, già comandante della quarta sezione del Nucleo investigativo e il carabiniere Luca De Cianni.

3 ottobre 2019 – “Condannate i picchiatori in divisa” – Il pm Musarò chiede di condannare a 18 anni di carcere Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro, i due carabinieri autori del pestaggio accusati di omicidio preterintenzionale. Per lo stesso reato il pm ha chiesto di assolvere – perché non ha commesso il fatto – Francesco Tedesco, il militare che nel corso del procedimento ha accusato i due colleghi. Sullo stesso militare pende la richiesta di condanna a tre anni e sei mesi per il reato di falso nella compilazione del verbale di arresto. Di questo risponde insieme al maresciallo Roberto Mandolini, all’epoca dei fatti a capo della stazione Appia, dove venne eseguito l’arresto. Per Mandolini il pm ha chiesto otto anni di carcere e interdizione perpetua dai pubblici uffici. Chiesto il non doversi procedere per intervenuta prescrizione del reato di calunnia nei confronti dello stesso Mandolini, Tedesco e Vincenzo Nicolardi, anche lui carabiniere, a giudizio per le calunnie contro i tre agenti di polizia penitenziaria che vennero accusati nel corso del primo processo.

12 novembre 2019: comincia il processo per i depistaggi – Prima udienza per la serie di presunti falsi e manipolazioni operata dai militari.

14 novembre 2019: doppia sentenza – A più di dieci anni dalla morte di Cucchi, nello stesso giorno verranno emesse due importanti sentenze: la corte d’Assise di Roma si esprimerà su Di Bernardo, D’Alessandro, Tedesco, Mandolini e Nicolardi. Parallelamente la corte d’Appello dovrà decidere se assolvere o condannare i cinque medici che ebbero in cura Cucchi. Si tratta del secondo processo dopo l’annullamento e il rinvio della Cassazione: le accuse di omicidio colposo sono già prescritte.