Capitoli

  1. Migranti, alle origini dell’esodo nel Mediterraneo: chi sono e da cosa scappano le migliaia di richiedenti asilo
  2. Nigeria: il terrore cieco di Boko Haram nel Paese dei sei figli per donna -
  3. Guinea: i tristi primati della tortura e delle mutilazioni genitali -
  4. Bangladesh: spinti ad Ovest dalla povertà e (anche) da altri profughi -
  5. Costa d'Avorio: una lotta tra fazioni infinita e le cellule superstiti di Al Qaeda -
  6. Mali: l’intrigo internazionale nella terra dei bambini soldato - 
  7. Eritrea: isolamento internazionale, dittatura e schiavitù militare -
  8. Senegal: la giustizia sommaria alle porte del Sahara -
  9. Gambia: due milioni sotto lo scacco di una Repubblica islamica -
  10. Sudan: emergenza umanitaria tra guerra civile e secessione -
  11. Marocco: immigrazione di lunga data per raggiungere le famiglie - 
Mondo

Eritrea: isolamento internazionale, dittatura e schiavitù militare - - 7/11

Secondo i dati del Viminale, da gennaio sono sbarcate sulle coste italiane 103.097 persone, in calo rispetto al 2016 soprattutto a causa del codice di condotta per le Ong emanato dal governo italiano e a causa degli accordi stretti tra il ministro degli Interni Marco Minniti e il governo libico di Fayez al-Sarraj che fermano le persone in Libia. Nigeria, Guinea e Bangladesh rimangono i Paesi da cui proviene la maggior parte dei profughi

Ex colonia italiana nel periodo fascista, l’Eritrea è sotto la dittatura di Isaias Afewerki da quasi 25 anni, cioè da quando, nel 1993, un referendum ne legittimò il potere. L’Eritrea è stata gradualmente isolata dalla Comunità Internazionale. Una commissione d’inchiesta voluta dall’Onu nel 2014 ha stabilito che l’Eritrea “non ha un sistema giudiziario indipendente, non ha né un parlamento né istituzioni democratiche” e “c’è un clima di impunità per i crimini contro l’umanità commessi da un quarto di secolo”. Secondo l’Onu, migliaia di persone – 5.612 quelle giunte in Italia nel 2017, il 5,4% del totale – fuggono dal servizio militare, paragonato a una schiavitù camuffata: la leva dura ufficialmente 18 mesi, ma i militari vengono poi costretti a rimanere nell’esercito.