Secondo i dati del Viminale, da gennaio sono sbarcate sulle coste italiane 103.097 persone, in calo rispetto al 2016 soprattutto a causa del codice di condotta per le Ong emanato dal governo italiano e a causa degli accordi stretti tra il ministro degli Interni Marco Minniti e il governo libico di Fayez al-Sarraj che fermano le persone in Libia. Nigeria, Guinea e Bangladesh rimangono i Paesi da cui proviene la maggior parte dei profughi
Nel 2012 in Mali è scoppiato un conflitto interno che ha portato le truppe del Movimento Nazionale di Liberazione dell’Azawad ad occupare la parte nord del Paese. L’attività di alcuni gruppi islamisti ha complicato il quadro e nel 2013, dopo una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu, la Francia di Hollande ha inviato i propri aerei in supporto del governo centrale, contro le truppe indipendentiste dell’Azawad e contro gli estremisti islamici. Anche l’Italia, dal 2013, ha fornito supporto logistico all’operazione. Tutte le trattative di pace sono finora saltate e il conflitto è ancora in corso, mentre le Nazioni Unite denunciato l’ampio utilizzo di bambini-soldato. Dal Mali – in cui si registra il secondo tasso di mortalità infantile più alto del mondo, pari al 10% – sono arrivate in Italia 6.121 persone da gennaio, circa al 6% del totale.