Secondo i dati del Viminale, da gennaio sono sbarcate sulle coste italiane 103.097 persone, in calo rispetto al 2016 soprattutto a causa del codice di condotta per le Ong emanato dal governo italiano e a causa degli accordi stretti tra il ministro degli Interni Marco Minniti e il governo libico di Fayez al-Sarraj che fermano le persone in Libia. Nigeria, Guinea e Bangladesh rimangono i Paesi da cui proviene la maggior parte dei profughi
Sette anni fa un referendum ha ufficializzato la separazione tra Sudan e Sudan del Sud. Al voto si era arrivati dopo una guerra civile che, seppur a intermittenza, andava avanti dagli Anni 80. Nella parte ovest dello Stato, in Darfur, si alternano periodi di guerra e di tregua in un conflitto che, si stima, ha causato negli anni oltre 400mila vittime. Mentre in Sud Sudan si è tornati a combattere e il Paese è in grave emergenza umanitaria, in Sudan Amnesty International denuncia che “le forze di sicurezza hanno preso di mira membri dei partiti politici d’opposizione, difensori dei diritti umani, studenti e attivisti politici, sottoponendoli ad arresti e detenzioni arbitrari e ad altre violazioni”. Questi fattori, uniti a una diffusa povertà, hanno spinto 5.480 persone ad arrivare in Italia nel 2017, pari al 5,3% del totale.