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  1. Referendum, tra sindaci highlander e il Senato gonfiabile: tutti i mostri prodotti da una riforma mal scritta
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Referendum Costituzionale

Referendum, tra sindaci highlander e il Senato gonfiabile: tutti i mostri prodotti da una riforma mal scritta - 6/14

Contraddizioni, controversie, pasticci, "errori di sintassi costituzionale". Le riforme costituzionali porterebbero parecchia confusione e anche molto lavoro a Consulta e Parlamento per le leggi attuative. Seguendo il libro "non schierato" del costituzionalista Rossi, ecco un riassunto delle cose che non tornano. Come i sindaci che per la Severino vengono sospesi, ma restano senatori. O la "gattopardesca" operazione sulle competenze delle Regioni

Le minoranze parlamentari del Senato. Che non ha una maggioranza
L’articolo 64 prevede che “i regolamenti delle Camere stabiliscono i diritti delle minoranze parlamentari“. Ma il Senato diventa una Camera delle autonomie, non dovrebbe essere espressione di forze politiche, ma di una rappresentanza territoriale. Per giunta maggioranza e minoranza si definiscono tali per il rapporto di fiducia di una forza politica con il governo. Tutto questo sarà impossibile al Senato che non dà la fiducia al governo.

E allora nelle commissioni di Palazzo Madama – previste – come si formerebbero i gruppi parlamentari? “Se si seguisse la strada della composizione politica – scrive Rossi – il Senato diventerebbe una Camera politica anomala”, peraltro con il rischio che abbia pure una maggioranza diversa dalla Camera.

Se invece si seguisse un criterio territoriale, come si potrebbero costituire gruppi omogenei? Il costituzionalista ipotizza: “Nord, Centro e Sud? Regioni piccole contro Regioni grandi? Regioni speciali a sé? Sindaci in un gruppo a sé?”. Tutto questo, se la riforma passerà, farà diventare la scrittura dei regolamenti parlamentari quasi più importante della scrittura della riforma stessa.