La corruzione danneggia gli imprenditori onesti, ma ha cause chiare e si può combattere. E’ quanto emerge dalla relazione annuale al Parlamento sul 2009 in cui il Presidente dell’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici, Luigi Giampaolino, lancia un chiaro segnale e denuncia: “L’affievolimento nella pubblica amministrazione del principio di legalità e dell’etica del servizio pubblico dovrebbe costituire oggetto di approfondimento. Gli strumenti finora proposti come soluzione dall’ordinamento (procedure in deroga e ricorso all’arbitrato) hanno spesso portato a disfunzioni maggiori dei benefici previsti”.

Per Giampaolino le troppe norme favoriscono le mazzette. Nel settore pubblico c’è infatti una iper-regolamentazione che rende difficilissima l’assegnazione degli appalti e rallenta i tempi di svolgimento dei lavori. Da qui il continuo ricorso alla “legislazione d’emergenza” anche quando non ce ne sarebbe bisogno. Ma la soluzione è peggio del male. I contratti vengono in questo modo sottratti a molti controlli, a partire da quelli dell’Autorità di vigilanza da lui presieduta: un’authority nata nel 1994, sull’onda di Tangentopoli. Ecco cosa è successo, ad esempio, con i Grandi eventi affidati alla Protezione civile: “Il continuo riproporsi dell’emergenza – spiega Giampaolino – ha finito per determinare la perdita dei caratteri di eccezionalità e imprevedibilità. E poi ha portato a una dilatazione dei tempi dell’intervento straordinario oltre ogni riferimento logico e funzionale legato all’emergenza stessa”. Domenico Pesenti, segretario generale della Filca, il sindacato degli edili Cisl, rilancia per il settore delle costruzioni la “Patente a punti”: perde punti e viene estromesso chi non rispetta il contratto e la regolarità su assunzioni, appalti e sicurezza. Per premiare gli onesti.


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