di Superbonus

Il ministro dello Sviluppo Claudio Scajola sembrava una moglie tradita quando, due giorni fa, parlava della Fiat. Come era possibile che M&M (Marchionne e Montezemolo) gli rispondessero in quel modo, "Termini Imerese si chiude, gli incentivi non ci interessano"?

Proprio a lui, l’unico ministro europeo che permette a Marchionne di presentarsi in maglioncino alle riunioni ufficiali. L’unico ministro italiano che si era spinto a dire "L’accordo tra Fiat e Chrysler consentirà di trainare quegli stabilimenti in Italia, come Pomigliano d’Arco o Termini Imprese che oggi soffrono ancora" (29 aprile 2009).

Invece M&M si concentrano sulla sfida americana., e in Italia produrranno sempre meno autovetture. E i contribuenti italiani avranno dato un poco del loro sangue ad un’azienda che gioca sul tavolo di più paesi ed apre e chiude dove le conviene. La Fiat ha chiuso il bilancio 2009 con perdite nette di 800 milioni di euro.

Ma gli eredi Agnelli, invece di fare un aumento di capitale intascano un dividendo da 237 milioni di euro. Dov’è Brunetta quando serve? Non era lui che si scagliava contro i supertipendi dei banchieri ? Perché ora non chiede che il governo impedisca a Fiat di distribuire il dividendo? Il ministro Scajola, dal canto suo, più che dello Sviluppo economico si è impegnato per le lobby economiche, trascurando l’80 per cento del Pil di questo paese, fatto da piccole e medie aziende.

Il ministro delle lobby ora si trova di fronte il fallimento della sua linea: la Fiat non ci pensa proprio a mantenere i livelli occupazionali, vuole solo a distribuirsi un dividendo immeritato (così come immeritati sarebbero i nuovi incentivi al settore auto). Il pacchetto di mischia mediatico guidato dal quotidiano di Confindustria, Il Sole 24 Ore, e da Libero ha una sola parola d’ordine: Termini Imerese deve chiudere, così come gli stabilimenti dove la produzione è troppo costosa.

Il governo, incalzato dal governatore della Regione Sicilia Raffaele Lombardo, non sa bene come concludere la vicenda. Si proporranno ipotesi di riconversioni fantasiose irrealistiche ed assistite, si ricorrerà ai pensionamenti anticipati. Una grande innaffiata di debito pubblico con finale pirotecnico di nuovi incentivi all settore auto. Saranno ottimisti perché nelle prossime settimane i mercati daranno un tregua al nostro debito pubblico.

I titoli di Stato si stabilizzeranno verso valori più bassi ma non drammatici e tutti andranno avanti come se niente fosse, ignorando i segnali di pericolo che ci sono arrivati nell’ultima settimana. Il tutto per altri sei mesi, fino a quando a tutti sarà chiaro che non c’è un soldo ed il debito non accennerà a diminuire. A quel punto, lasciati soli da Germania e Francia, saremo costretti a pagare tutti i conti in una sola volta mentre M&M festeggeranno l’ennesima vittoria della Ferrari, anche perché Toyota, Honda, Bmw e Renault non gareggiano più: la Formula uno costava troppo.

da il Fatto Quotidiano del 7 febbraio

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Il debito made in Italy e la sindrome “Dorian Gray”

next
Articolo Successivo

Con questi tagli si torna agli anni Trenta

next