Capitoli

  1. Case vacanza, dieci regole per prendere o dare in affitto un appartamento: dal contratto alle novità anti evasione
  2. 1 – Cosa vuol dire affitto breve
  3. 2 – Il contratto è obbligatorio?
  4. 3 – I dati da comunicare
  5. 4- Le tasse: cedolare secca e obblighi di riscossione per gli intermediari
  6. 5 – Pagamenti tracciabili e ritenuta inclusa
  7. 6 – La tassa di soggiorno
  8. 7 – Caparra: non un obbligo, ma prassi
  9. 8- Cauzione e saldo, come funzionano?
  10. 9 - Pasti e biancheria: cosa dice la legge?
  11. 10 – Attenzione alle truffe
Usi & Consumi

7 – Caparra: non un obbligo, ma prassi - 8/11

E' consuetudine chiedere una cauzione a titolo di garanzia per gli eventuali danni. Assolutamente vietato invece servire cibo agli affittuari. Che dovranno versare anche la tassa di soggiorno, variabile a seconda del Comune. Il decreto Crescita ha istituito un registro nazionale di tutte le strutture ricettive: il locatore dovrà dotarsi di un codice identificativo da registrare in una banca dati

Per gli affitti brevi la caparra non è obbligatoria, cioè non c’è nessuna legge che obbliga il locatore a richiedere dei soldi per “fermare” la stanza o la casa. È ormai prassi richiedere un acconto, generalmente del 30 per cento. Non è una percentuale fissa e può quindi essere diminuita al 20 o 10 per cento, o addirittura azzerata. Le caparre possono essere di due tipi: penitenziale e confirmatoria. La penitenziale funziona come un diritto di recesso e scatta quando, ad esempio, il cliente annulla la prenotazione pochi giorni prima del suo arrivo. La confirmatoria invece vale come risarcimento danni in caso di inadempimento da parte o dell’ospite o del locatore. Generalmente la caparra è parte dell’affitto totale da percepire. La somma, comunque, è esclusa dalla ritenuta che locatore o intermediario operano sull’immobile.