Capitoli

  1. Cesare Battisti, dal Nicaragua alla Francia: che fine hanno fatto gli altri terroristi rossi e neri ancora latitanti
  2. Casimirri, da Moro al ristorante in Nicaragua
  3. Lollo e Grillo, prescritti di Potere Operaio
  4. Pietrostefani, dal caso Calabresi a Mitterand
  5. La Francia, meta preferita di ex terroristi
  6. Lo svizzero Lojacono non è estradabile
  7.  Zorzi, giapponese assolto per piazza Fontana
  8. Spadavecchia, l'amico di Carminati a Londra
Cronaca

La Francia, meta preferita di ex terroristi - 5/8

L'arresto in Bolivia dell'ex esponente dei Pac fa tornare d'attualità un dossier rimasto per anni sulle scrivanie degli investigatori italiani: quello delle primule rosse e nere. "Sono sicuro che le forze dell’ordinr potranno riassicurare alle galere altre decine di delinquenti, vigliacchi e assassini che sono in giro per il mondo a godersi la vita", ha detto Salvini. In realtà molti hanno ormai acquisito cittadinanza straniera e quindi non sono più estradabili. Altri, invece, hanno trascorso talmente tanto tempo da latitanti che hanno incassato la prescrizione. Ecco chi sono

 

Grazie alla dottrina Mitterand, la Francia è la meta preferita da diversi protagonisti degli anni di piombo. Ospita Enrico Villimburgo, esponente delle Brigate rosse condannato all’ergastolo nel processo Moro-ter e i delitti  Minervini, Galvaligi, Bachelet. E poi Simonetta Giorgieri, esponente del Comitato rivoluzionario toscano, e Carla Vendetti, indicata come leader delle Br, partito comunista combattente. Entrambe sono state condannate con l’accusa di essere coinvolte nei delitti Marco Biagi e Massimo D’Antona. Sergio Tornaghi, legato alla colonna milanese delle Br ‘Walter Alasia’, Roberta Cappelli, oggi architetto, della colonna romana. Uno dei pochissimi ad essere stato estradato dalla Francia è Paolo Persichetti, che ha militato nelle Br-Unione dei Comunisti Combattenti: fu consegnato nel 2002 alle autorità giudiziarie italiane è stato condannato a 22 anni di carcere per concorso morale nell’omicidio del generale Licio Giorgieri e scarcerato definitivamente nel 2014.