Capitoli

  1. Pd, corsa a 7 per la successione di Renzi: Zingaretti favorito, ma i dem rischiano un leader dimezzato. I profili dei candidati
  2. Zingaretti, il governatore appoggiato dai big e da oltre 200 sindaci
  3. Martina, l'ex segretario con il Nord alle spalle: "Il Pd sia unito"
  4. Minniti, il ministro che fermò gli sbarchi e l'ombra del 'commissario' Renzi
  5. Boccia, il pugliese che vuole dialogare con il M5s: "Basta partito dei selfie" 
  6. Corallo, l'outsider con l'obiettivo di resettare il Pd: "Abbiamo fallito"
  7. Damiano, l'ex Ds e ministro del Lavoro contrario al Jobs Act renziano
  8. Saladino, un volto per riempire il vuoto femminile: "Mi rivolgo alle piazze"
Politica

Damiano, l'ex Ds e ministro del Lavoro contrario al Jobs Act renziano - 7/8

I democratici preparano il Congresso che porterà il partito, attraverso le primarie, alle elezioni del prossimo leader. I big appoggiano in ordine sparso i candidati alla successione dell'ex premier: in un panorama così frastagliato, il vincitore rischia di non avere tutti i dem alle spalle. E la figura dell'ex presidente del Consiglio resta la più ingombrante. Ecco chi sta con chi e cosa propongono gli aspiranti segretari

Nato 70 anni fa a Cuneo, entra nel sindacato Fiom-Cgil poco più che ventenne, assumendo via via incarichi locali e nazionali. Nel 2001 diventa responsabile Lavoro dei Ds e nel 2006 è eletto per la prima volta alla Camera, divenendo ministro del Lavoro col governo Prodi. La sua mozione chiede una forte discontinuità sulle scelte politiche a partire dal Jobs Act. Al suo fianco si è schierato il movimento dei LaburistiDem. Quando Prodi dice di leggere troppi nomi e pochi programmi in questo congresso non può certo riferirsi all’ex membro del suo governo. Damiano è è stato infatti uno dei primi a pubblicare il suo programma basato su tre parole d’ordine: uguaglianza, lavoro e democrazia.