Damiano, l'ex Ds e ministro del Lavoro contrario al Jobs Act renziano - 7/8
I democratici preparano il Congresso che porterà il partito, attraverso le primarie, alle elezioni del prossimo leader. I big appoggiano in ordine sparso i candidati alla successione dell'ex premier: in un panorama così frastagliato, il vincitore rischia di non avere tutti i dem alle spalle. E la figura dell'ex presidente del Consiglio resta la più ingombrante. Ecco chi sta con chi e cosa propongono gli aspiranti segretari
Nato 70 anni fa a Cuneo, entra nel sindacato Fiom-Cgil poco più che ventenne, assumendo via via incarichi locali e nazionali. Nel 2001 diventa responsabile Lavoro dei Ds e nel 2006 è eletto per la prima volta alla Camera, divenendo ministro del Lavoro col governo Prodi. La sua mozione chiede una forte discontinuità sulle scelte politiche a partire dal Jobs Act. Al suo fianco si è schierato il movimento dei LaburistiDem. Quando Prodi dice di leggere troppi nomi e pochi programmi in questo congresso non può certo riferirsi all’ex membro del suo governo. Damiano è è stato infatti uno dei primi a pubblicare il suo programma basato su tre parole d’ordine: uguaglianza, lavoro e democrazia.