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Politica

Virginia Raggi, i primi 6 mesi col fiatone: un rimpasto senza fine tra addii, mini-interventi e conti che ancora non tornano - 6/6

Il bilancio del nuovo Campidoglio a guida Cinque Stelle. Il principale impegno della sindaca è stato quello di sostituire le pedine cadute nel corso dei mesi. Poi lo stallo su bilancio e partecipate, i piccoli interventi su mobilità e rifiuti. Così tra gli aspetti positivi restano solo il no alle Olimpiadi e la mano tesa ai dipendenti, ai sindacati e agli ambulanti

Mano tesa a dipendenti, sindacati e ambulanti
Ad aver funzionato veramente sono solo alcune operazioni di carattere amministrativo. I 18 milioni ricavati da economie di bilancio e destinati al sociale sono un esempio di quello che il M5s vorrebbe fare su larga scala nei prossimi anni. Gli uffici della sindaca, poi, hanno sbloccato le assunzioni del concorsone 2010, che i vincitori aspettavano da anni. E il delegato al Personale, Antonio De Santis, ha risolto la grana del salario accessorio causata dagli errori di Alemanno che rischiava di scatenare una sommossa dei 23mila dipendenti capitolini. Invece con loro e con i sindacati la giunta Raggi è riuscita a stabilire un dialogo (vedi l’ultimo accordo sottoscritto per Atac). Tutti provvedimenti che rispondono ad una precisa strategia: “Visto che dirigenti e poteri forti ci remano contro, cerchiamo di avere un buon rapporto con la base”. I dipendenti del Comune e delle partecipate, anche gli ambulanti che la Commissione Commercio di Andrea Coia sta facendo i salti mortali per salvare dall’applicazione della direttiva Bolkestein. E su questo fronte è arrivato a sorpresa il soccorso del governo Gentiloni, che nel decreto Milleproroghe ha previsto un prolungamento fino al 31 dicembre 2018 delle concessioni per l’uso di aree pubbliche per il commercio. Queste grandi sacche di consenso già in campagna elettorale avevano sostenuto il Movimento 5 stelle. E a chiederlo a loro, almeno, i primi sei mesi di Virginia Raggi non sono stati poi così male.

Twitter: @lVendemiale