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  1. Roma, il tramonto della Cultura: finito il “Veltronismo”, la Capitale si è spenta
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Politica

Roma, il tramonto della Cultura: finito il “Veltronismo”, la Capitale si è spenta - 2/14

E' stata poco più di un fuoco fatuo il sogno di Francesco Rutelli e Walter Veltroni. Se nei primi anni 2000 la Notte Bianca, la nascita dell'Auditorium, la Festa del Cinema e le varie 'Case' avevano illuminato una città che voleva competere con le grandi capitali europee, oggi quell'effervescenza resta poco o nulla, gli eventi sono un ricordo e molte istituzioni fiorite in quegli anni sono in difficoltà perché si reggevano sulla capacità del sindaco di attrarre sponsor privati: non si era pensato alla loro autosostenibilità economica. Così con i cambi di amministrazione e la crisi, molte hanno rischiato o rischiano la chiusura

 

FESTA DEL CINEMA: PASSATO VELTRONI, BUDGET (E CARTELLONE) CROLLATI
La Festa del Cinema, manifestazione simbolo della Roma della cultura immaginata da Veltroni, è una delle spie che segnalano che il sogno è agli sgoccioli. Quanto è lontano il 26 gennaio 2006, giorno in cui, presentando in un’aula Giulio Cesare gremita all’inverosimile la Festa internazionale di Roma in calendario tra il 13 e il 21 ottobre, Veltroni esultava: “Una grande festa in cui tutta la città sarà dedicata al cinema”. Venti schermi disseminati tra l’Auditorium Parco della Musica, via Veneto, piazza del Popolo, Fontana di Trevi, Cinecittà, Maxxi, Casa del cinema, Casa della letteratura, Casa del jazz. Budget di 9 milioni di euro, in buona parte garantito da BNL, 3 Italia, Lottomatica, Giochi del Lotto, MINI Italia e Costa Crociere. Nel 2008 i fondi aumentavano del 30%: budget di 16 milioni, che “derivano per circa il 70% (10 milioni) da sponsor privati”, rispondeva l’ufficio stampa allo strale lanciato da Cannes da Pasquale Squitieri in difesa del Festival di Venezia. E un parterre da fare invidia a Cannes e al Lido, che non a caso attaccava Veltroni (“Nessuna rivalità”, assicurava il sindaco al New York Times), invidiosa per la disparità di risorse: Sean Penn, Tom Cruise, Robert Redford, Jane Fonda e Halle Berry tra gli altri, per un trionfo del cinema pop.

Come dentro un film: il red carpet risplendeva di fari, flash e stelle, ma presto le luci cominciarono ad affievolirsi. I primi dubbi li aveva sollevati Variety, magazine  di riferimento per il cinema mondiale che aveva promosso la prima edizione della creatura veltroniana a “festival di serie A”, ma nel 2008 poneva chiara la domanda: cosa ne sarà della Festa con l’uscita di scena del sindaco Veltroni? “L’assenza di un sostenitore così appassionato potrebbe essere per la manifestazione un prezzo da pagare in termini di budget e di ambizioni”, la risposta. Purtroppo la profezia si avvera: passato Veltroni, ridimensionata la Festa. Nel corso degli anni i budget si assottigliano: nel 2015 gli organizzatori hanno avuto a disposizione 4 milioni e il 29 settembre il direttore artistico Antonio Monda presentava così la decima edizione: “Cancellare il concorso, giurie, cerimonia apertura e chiusura, annullare i premi, tranne quello del pubblico” per un’edizione con un giorno in meno di programmazione, pochi ospiti, la sala Santa Cecilia dell’Auditorium indisponibile e una sezione unica composta da 37 film: la metà di quelli del 2014.