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  1. Roma, il tramonto della Cultura: finito il “Veltronismo”, la Capitale si è spenta
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Politica

Roma, il tramonto della Cultura: finito il “Veltronismo”, la Capitale si è spenta - 13/14

E' stata poco più di un fuoco fatuo il sogno di Francesco Rutelli e Walter Veltroni. Se nei primi anni 2000 la Notte Bianca, la nascita dell'Auditorium, la Festa del Cinema e le varie 'Case' avevano illuminato una città che voleva competere con le grandi capitali europee, oggi quell'effervescenza resta poco o nulla, gli eventi sono un ricordo e molte istituzioni fiorite in quegli anni sono in difficoltà perché si reggevano sulla capacità del sindaco di attrarre sponsor privati: non si era pensato alla loro autosostenibilità economica. Così con i cambi di amministrazione e la crisi, molte hanno rischiato o rischiano la chiusura

 

AUDITORIUM, MENO FONDI ANCHE PER IL CAPOLAVORO DEL VELTRONISMO
E’ il risultato tangibile del sogno veltroniano, ha cambiato lo skyline culturale della Capitale. Una “città nella città”, come si legge nel comunicato stampa che nel 2007 celebrava i 2,3 milioni di persone che quell’anno avevano frequentato il Parco della Musica: “Risultati che consolidano il primato europeo e la seconda posizione nel mondo tra i complessi multifunzionali, dopo il Lincoln Center di New York”. Un “parco della musica” dopo suonano i grandi della musica mondiale ma anche “un luogo di vita, dove i cittadini possono venire a passeggiare, a comprare un libro, vedere una mostra, fare due chiacchiere”, lo presentava Veltroni il 22 dicembre 2002. Obiettivo raggiunto, ma persino il gigante di viale de Coubertin registra un calo di finanziamenti: se il totale degli stanziamenti pubblici nel 2005 era stato di 9,7 milioni, nel 2014 – ultimo bilancio approvato – era sceso a 8.160.000,00 euro. All’orizzonte non si vedono inversioni di tendenza: sul rapporto 2015 stilato dall’Agenzia per il controllo dei servizi pubblici di Roma Capitale si legge che il contratto di servizio 2014 di Musica per Roma ammontava a 2,9 milioni di euro e il contributo del Comune a 5,3 milioni, ma nel Documento unico di programmazione 2016-2018 approvato poche settimane fa il contratto di servizio scende a 1 milione e il contributo a 4,5 milioni. Una flessione analoga hanno fatto registrare gli sponsor privati: i 2,24 milioni incassati nel 2005 erano raddoppiati toccando l’apice di 5,5 milioni nel 2008, anno di massima espressione del veltronismo capitolino, per poi calare gradualmente fino ai 2,6 milioni del 2014.