La crisi climatica, come ribadito al G20 di Napoli, va affrontata di pari passo con la tutela della biodiversità. Stati o grandi organizzazioni hanno avviato progetti per salvare gli animali a rischio estinzione, ma nel frattempo in tutto il mondo associazioni, comunità e piccoli gruppi si danno da fare per creare habitat sicuri. Dalle signore del Kenya (e degli elefanti) al santuario di un fumettista neozelandese, dalla tribù dei Soliga ai boschi sulle Ande: ilfattoquotidiano.it racconta le storie di conservazione, di chi agisce qui e ora
È, invece, del fumettista e ambientalista neozelandese James Robert Lynch, l’intuizione di fondare Zealandia (o Karori Wildlife Sanctuary), area naturale protetta a Wellington, in Nuova Zelanda, con 225 ettari di biodiversità. Questo eco-santuario rappresenta davvero un’arca di Noè, circondata da un recinto la cui costruzione è terminata nel 1999, che ha tenuto lontane 14 specie di mammiferi non nativi, tra cui cervi e topi arrivati insieme agli europei, quando terreni agricoli e città presero il posto degli alberi, causando l’estinzione di oltre 50 specie di uccelli. Qui, una ventina di anni fa, sono stati portati dallo zoo cittadino 14 esemplari di kaka, uccello in via di estinzione, endemico della Nuova Zelanda. Oggi sono più di mille.