La crisi climatica, come ribadito al G20 di Napoli, va affrontata di pari passo con la tutela della biodiversità. Stati o grandi organizzazioni hanno avviato progetti per salvare gli animali a rischio estinzione, ma nel frattempo in tutto il mondo associazioni, comunità e piccoli gruppi si danno da fare per creare habitat sicuri. Dalle signore del Kenya (e degli elefanti) al santuario di un fumettista neozelandese, dalla tribù dei Soliga ai boschi sulle Ande: ilfattoquotidiano.it racconta le storie di conservazione, di chi agisce qui e ora
La storia del fotografo brasiliano Sebastião Salgado e della moglie Lélia Deluiz Wanick è raccontata nel documentario ‘Il sale della Terra’, diretto da Wim Wenders e dal figlio Juliano Ribeiro Salgado. Tornato nel 1998 ad Aimores, nello stato di Minas Gerais, nel cuore della Foresta Atlantica, Salgado a stento riuscì a riconoscere l’area attorno alla Fazenda Bulcao di proprietà della famiglia. Per favorire il pascolo delle mucche, il padre aveva tagliato alberi e piantato erba. La terra era diventata arida e gli animali erano andati via. L’area era appena diventata Reserva Particular do Patrimônio Natural: i proprietari potevano impegnarsi a ripristinare la biodiversità in cambio di sgravi fiscali. La coppia fondò l’Instituto Terra con cui, in vent’anni, sono rinati quasi 20mila ettari di terra con più di quattro milioni di alberi. Sono tornate diverse specie animali, tra cui il giaguaro, a rischio di estinzione a causa di forestazione e bracconaggio.