La crisi climatica, come ribadito al G20 di Napoli, va affrontata di pari passo con la tutela della biodiversità. Stati o grandi organizzazioni hanno avviato progetti per salvare gli animali a rischio estinzione, ma nel frattempo in tutto il mondo associazioni, comunità e piccoli gruppi si danno da fare per creare habitat sicuri. Dalle signore del Kenya (e degli elefanti) al santuario di un fumettista neozelandese, dalla tribù dei Soliga ai boschi sulle Ande: ilfattoquotidiano.it racconta le storie di conservazione, di chi agisce qui e ora
Un’altra storia di conservazione è quella di Kuki Gallman. Nata a Treviso e figlia dello scrittore, medico ed archeologo Cino Boccazzi, negli anni Settanta si trasferì in Kenya con il marito Paolo Gallmann, esperto di agraria. La coppia acquistò, nella contea di Laikipia, un ranch ricco di animali selvatici. Neppure la morte del marito, in un incidente e poi del figlio Emanuele, morso da un serpente, le hanno fatto lasciare l’Africa. In loro memoria ha dato vita alla Gallmann Memorial Foundation. La tenuta, gestita con la figlia Sveva, è un santuario per diversi animali in via di estinzione, come il rinoceronte nero, e per 500 specie di uccelli. Soprattutto è la casa degli elefanti, minacciati anche dalla siccità indotta dal riscaldamento globale. Kuki Gallman si è battuta contro caccia di frodo e bracconaggio e nel 2017 è rimasta ferita in un’imboscata nella sua tenuta. Tra i suoi libri ‘Sognavo l’Africa’, dal quale è stato tratto il film omonimo con la regia di Hugues Hudison.