Politica

Da “Conte elevato” ai quattro mesi di trattative per rifondare il Movimento: tutte le tappe del rapporto tra Beppe Grillo e l’ex premier

Sono sedici le settimane che passano dall'incontro all'hotel Forum, dove il garante aveva chiesto ufficialmente all'ex premier di prendere in mano i destini del Movimento 5 stelle, allo strappo sancito dal fondatore con il discorso tenuto ai parlamentari. Un periodo in cui l'ex premier ha lavorato a un nuovo statuto, nuove regole per quello che doveva diventare il suo Movimento. Segnato anche da alcuni strappi che hanno portato poi alla rottura, come l'incontro all'ambasciata cinese al quale Conte non si è fatto vedere

Quattro mesi. Sono quelli che passano dall’incontro all’hotel Forum, dove Beppe Grillo aveva chiesto ufficialmente a Giuseppe Conte di prendere in mano i destini del Movimento 5 stelle, allo strappo sancito dal fondatore con il discorso tenuto ai parlamentari. Quattro mesi, sedici settimane in cui l’ex premier ha lavorato a un nuovo statuto, nuove regole per quello che doveva diventare il suo Movimento. Un periodo leggermente più lungo rispetto a quello preventivato, fatto di studio e trattative come detto dallo stesso ex premier nella conferenza stampa di ieri, che si è accavallato al lavoro di ricerca dei candidati in vista delle amministrative dell’autunno prossimo. E che è stato segnato da alcuni strappi che hanno portato lentamente alla rottura di queste ore. Tra questi sicuramente c’è il primo intervento di Beppe Grillo per blindare la regola dei due mandati, ma soprattutto il forfait di Giuseppe Conte alla visita dall’ambasciatore cinese che l’ex premier ha disertato all’ultimo per un “impegno di famiglia“. Solo dodici giorni dopo Grillo sarebbe andato a Roma per incontrare i parlamentari e attaccare l’uomo che lui stesso aveva voluto al vertice del Movimento. E che già nell’estate del 2019, quando era caduto il governo gialloverde, aveva lanciato tra “gli elevati“, spingendo per il governo Conte 2.

24 giugno – Assemblea parlamentari – Dopo le tensioni e le voci incontrollate di strappi imminenti, Grillo va a Roma, incontra i parlamentari, e attacca Conte: “Deve studiare e imparare cos’è il Movimento“, “Sono garante, non un coglione”, “Conte ha bisogno di me”, sono alcuni dei passaggi del suo intervento. Il fondatore attacca anche sul merito del progetto di rifondazione del Movimento: “A Conte avevamo detto di prendere lo statuto e di farlo evolvere, di partire dal nostro statuto. Lui invece ha preso due avvocati e ha scritto un’altra cosa. Me lo ha dato e mi ha detto di non farlo leggere a nessuno. Io l’ho letto e tante cose non andavano”. A quel punto i rapporti con l’ex premier si fanno tesi: poi un weekend di retroscena fino alla conferenza stampa di Conte con una vera e propria sfida a Grillo.

12 giugno – L’incontro all’ambasciata cinese – Conte e Grillo erano attesi dall’ambasciatore cinese a Roma, Li Junhua. Secondo fonti in ambienti parlamentari, si sarebbe trattato di un “colloquio di routine”. Intorno alle 19 però, è stato l’ex presidente del Consiglio ad annunciar il suo forfait per “impegni concomitanti”. E intorno alle 20 è arrivato Grillo. Il 28 giugno Conte ha spiegato di avere avuto in quei giorni “impegni famigliari”. Per Grillo, si ricostruirà nei giorni successivi, è una vera e propria mancanza di rispetto nei suoi confronti.

9 giugno – Incontro sullo statuto a Marina di Bibbona – Conte va a trovare Grillo nella sua villa di Marina di Bibbona, per illustrargli la stesura del nuovo Statuto e della Carta dei valori M5s, i documenti rifondativi del Movimento. Da quel faccia a faccia sul progetto rifondativo, uno dei pochissimi a essere stato reso pubblico, non sembrano in un primo momento emergere particolari criticità. I 5 stelle iniziano a progettare l’annuncio e l’investiture dal Neo Movimento.

5 giugno – Accordo con Rousseau per la cessione dei dati – Viene raggiunta l’intesa con l’associazione Rousseau per la consegna dei dati degli iscritti alla piattaforma. “Il tempo dell’attesa e dei rinvii è finito, il Movimento 5 Stelle entra, forte delle sue radici, in una nuova storia”, scrive su Facebook Conte, annunciando la fine della trattativa con Davide Casaleggio: “Giugno segna l’inizio del nostro ‘secondo tempo’: siamo finalmente in possesso dei dati degli iscritti ed è stato raggiunto l’accordo con l’associazione Rousseau”, si legge nel post del leader in pectore dei Cinquestelle.

1 aprile – Conte presenta il piano di rifondazione ai parlamentari L’ex premier debutta da leader politico del Movimento 5 stelle in diretta streaming, davanti all’assemblea dei portavoce 5 stelle (parlamentari, ma anche eurodeputati e consiglieri) per presentare la rifondazione del Movimento: “Non è un’operazione di restyling o marketing politico, ma un’opera coraggiosa di rigenerazione del Movimento, senza rinnegare il passato”.

26 marzo – Grillo a sorpresa agli eletti M5s: “Due mandati è pilastro” – Nel pieno delle trattative di Conte per la rifondazione del Movimento, Beppe Grillo si presenta all’assemblea congiunta dei parlamentari M5s con il ministro Cingolani e blinda la regola del limite dei due mandati. “Dev’essere un pilastro fisso”, dice. E’ una frase che apre una ferita immensa nel Movimento: Conte è disponibile a rivederla, almeno per un gruppo di “meritevoli”, Grillo mette in chiaro che non intende rivederla e iniziano le tensioni.

4 marzo – Grillo ufficializza il compito a Conte sul suo blog – Nel giorno in cui Davide Casaleggio pubblica il manifesto Controvento dell’associazione Rousseau, Grillo risponde con un contro – manifesto in cui, tra l’altro, scrive: “Un mese fa Giuseppe Conte ha detto ‘per il Movimento 5 Stelle ci sono e ci sarò‘. E’ un impegno che ha preso pubblicamente e che intende onorare. Gli è stato chiesto di scrivere insieme un progetto per il futuro del Movimento. Non parliamo di un futuro a breve termine ma dell’unico orizzonte che una forza politica moderna deve considerare: il 2050″.

28 febbraio – Grillo riunisce i vertici e affida a Conte la rifondazione del Movimento Il governo Draghi si è insediato da poco meno di due settimane e i 5 stelle, nel primo voto di fiducia, hanno già perso una parte consistente della loro truppa. Grillo sa che la tensione è alle stelle e decide di organizzare la svolta: riunisce i vertici, i parlamentari più fidati e affida a Conte la rifondazione del Movimento. È la riunione dalla quale partono tutte le ambiguità: lì l’ex premier riceve carta bianca per ristrutturare il Movimento, ma i suoi limiti d’azione fin da subito non appaiono definiti. Tanto da portare poi alla rottura. La nota di quelle ore annuncia un cambio radicale: “Sarà una sfida cruciale per il Movimento, una ristrutturazione integrale per trasformarlo in una forza politica sempre più aperta alla società civile, capace di diventare punto centrale di riferimento nell’attuale quadro politico e di avere un ruolo determinante da qui al 2050”. 2050 è la dicitura che compare anche nel nuovo logo, quello su cui al momento Conte e Grillo hanno trovato un accordo. Tra le parole chiave ci sono anche “transizione ecologica” e “democrazia diretta”. Si parla già di un “ruolo ad hoc” per Conte e iniziano le attese per la rivoluzione statutaria.

7 febbraio – “Grillo mi ha chiesto di partecipare al governo Draghi”Le trattative per la nascita del governo Draghi sono in corso, il Movimento è in subbuglio e viene convocata un’assemblea serale in diretta streaming su Zoom. A sorpresa partecipa anche l’ex presidente del Consiglio Conte: il suo schierarsi a favore dell’ingresso nell’esecutivo dell’ex presidente della Bce permetterà di svoltare quasi definitivamente le trattative. E nel suo intervento davanti ai parlamentari rivela: “Anche Grillo l’ha detto con generosità. ‘Ci sentiamo garantiti se ci sarai ancora tu al governo’. Ma sarebbe sbagliato”. Una frase che testimonia una stima e una vicinanza tra i due leader che ancora era molto forte.

4 febbraio – Conte lascia Palazzo Chigi: “Per il M5s ci sono e ci sarò” Conte, spalle a Palazzo Chigi, fa la sua prima dichiarazione da ex presidente del Consiglio. Dice che non sarà lui ad ostacolare un governo Draghi, si espone a favore di un esecutivo politico. E chiude rivolgendosi “agli amici dei 5 stelle“: “Io ci sono e ci sarò”. Mentre “agli amici Pd e di Leu” chiede di “lavorare tutti insieme perché l’alleanza per lo sviluppo sostenibile che abbiamo iniziato a costruire è un progetto forte e concreto”. E’ lì che si fa partire l’inizio del progetto politico che sarebbe venuto dopo: Conte lasciava Chigi sapendo che iniziava una delle sfide più difficili, ovvero restare il leader di una coalizione ancora troppo debole per esistere oltre la sua leadership e restare alla testa di un Movimento in continua evoluzione.

12 ottobre 2019 – Conte partecipa a Italia 5 stelle e dal palco cita “quel genio di Grillo” Giuseppe Conte partecipa alla kermesse annuale dei 5 stelle che in quest’occasione festeggia i dieci anni dalla nascita. “Auguri per i vostri dieci, avete portato il vento della rivoluzione spazzando via privilegi per pochi”, dice l’allora premier accolto dagli applausi. Poi, in merito al tema dell’idrogeno e alla svolta Green, ricorda uno spettacolo di Beppe Grillo nel 1985. “Quel genio di Grillo aspirava idrogeno e respirava aria pulita nel suo show!”.

23 agosto 2019 – Grillo “eleva” Conte – Nel mezzo della crisi del governo gialloverde, Grillo interviene per blindare per la prima volta Conte a Palazzo Chigi: “Conte è tra gli Elevati” e ha restituito all’Italia “una parte della dignità persa di fronte al mondo intero”, scrive il fondatore. Quindi, “qualsiasi cosa che preveda di scambiare lui, come facesse parte di un mazzo di figurine del circo mediatico-politico, sarebbe una disgrazia“. E’ un attacco diretto a una parte dei suoi (Luigi Di Maio in primis) che stavano cercando strade alternative e dopo quell’intervento (e praticamente grazie a quelle alternative) ci sarà un’accelerazione delle trattative con il Pd. In poco meno di due settimane nascerà il governo Conte 2.