Cronaca

Covid, il commissario Arcuri: “Obiettivo strategico è avere farmaci e vaccini autoctoni. Anche Moderna ha tagliato le dosi”

“L’obiettivo strategico” è quello di dare all’Italia una “rete di ricerca e sviluppo” migliore di quella precedente, in grado anche di arrivare a produrre “un livello accettabile di vaccini e farmaci idonei a contrastare il Covid“. Il commissario per l’Emergenza Domenico Arcuri, in conferenza stampa, sottolinea che la scelta “autoctona” non significa che l’Italia non continuerà a sostenere un’azione comune europea, ma abbiamo capito sulla nostra pelle che un vaccino non basta, bisogna anche produrlo. Le componenti e le strutture sono importanti quanto la scienza. Stiamo lavorando per questo”. Quanto al vaccino di ReiThera (con cui Invitalia ha firmato un accordo da 81 milioni, ndr) Arcuri ha ribadito che si tratta di un farmaco “molto promettente” e che sarà fatto “ogni sforzo affinché possa presentare il prima possibile l’autorizzazione in commercio”.

Una riflessione che arriva nel giorno in cui anche l’azienda statunitense Moderna ha annunciato un taglio del 20% delle dosi opzionate dall’Italia. “Moderna ci ha appena informato che per la settimana dell’9 febbraio delle previste 166mila dosi ne consegnerà 132mila, il 20% in meno. Il nostro stupore, la nostra preoccupazione e il nostro sconforto aumentano, ormai quasi ogni giorno le previsioni subiscono una rettifica. Ci mancano almeno 300mila dosi di vaccino che avremmo dovuto ricevere e che non abbiamo ricevuto”. Il risultato è che fino a qualche giorno le somministrazioni erano fino a 80mila al giorno e adesso sono ridotte della metà. “Il vaccino non è una bibita e neanche una merendina, il vaccino è l’unico antidoto per uscire da una notte che dura un anno, non si può scherzare né voltarsi dall’altra parte quando si tratta della salute delle persone. Non si devono fare propaganda, annunci e promesse, si devono consegnare i vaccini che – aggiunge – i contratti prevedono debbano essere consegnati”.

Ma ormai sembra essersi innescata una sorta di domino. E su tutti i casi di defezione aleggia il dubbio che le case farmaceutiche stiano dirottando altrove le fiale, magari in paesi che le pagano più del doppio del prezzo concordato a livello europeo. Per ora i contratti di preacquisto con produttori di vaccini contro la Covid-19 firmati dalla Commissione sono sei: Astrazeneca (400 milioni di dosi), Sanofi-Gsk (300 milioni che slitteranno a fine anno), Janssen di Johnson &Johnson (400 milioni che potrebbe essere autorizzato a marzo), BionTech-Pfizer (300 milioni di dosi, più altri 300, in tutto 600 considerando anche i 100 opzionali del secondo contratto), Curevac (405 milioni di dosi) e Moderna (160 milioni di dosi). Secondo la tabella pubblicata dalla sottosegretaria al Bilancio belga, Eva de Bleeker, mai smentita dalla Commissione, il vaccino di Pfizer e BioNTech all’Ue costa agli Stati Ue 12 euro a dose (per il primo contratto), poco meno dei 18 dollari (circa 14,7 euro) a dose del vaccino di Moderna. Il vaccino Oxford/AstraZeneca è il più economico (1,78 euro a dose). Per CureVac sono 10 euro a dose, per Sanofi/Gsk sono 7,56 euro, per Johnson&Johnson 8,5 dollari a dose. “Confidiamo che i ritardi (nella consegna delle dosi di vaccino, ndr) finiscano e che cresca il numero dei produttori. Il mercato funziona quando c’è non solo tanta domanda, ma anche tanta offerta. È necessario che ci siano tanti produttori non in possesso di un candidato vaccino, ma di un vaccino”.

“È molto difficile iniziare una campagna di vaccinazione di massa, se non ci sono i vaccini. Il 20 gennaio abbiamo bandito la gara per i padiglioni temporanei (le Primule, ndr) per le vaccinazioni, il termine per la presentazione delle offerte è prorogato al 3 febbraio, come prorogati sono i termini per la realizzazione – ha spiegato – fino a quando potrà iniziare la campagna di massa, molto difficile se non ci sono i vaccini. Oggi arrivano sul territorio i primi medici e infermieri selezionati a seguito della nostra ‘call’. Sono passati 29 giorni da quando il Parlamento ha emanato la norma che ci ha permesso di farlo, un tempo sideralmente inferiore a quello a cui eravamo abituati in Italia. Su 26.690 domande pervenute continuiamo la selezione, stiamo contrattualizzando altre centinaia di oltre 2mila medici selezionati – ha aggiunto -. Cerchiamo di arrivare a 12 mila tra medici e infermieri per rafforzare le strutture impegnate di giorno e di notte in questa emergenza”.