Capitoli

  1. Aiuti alle famiglie, dai sussidi economici ai congedi parentali lunghi: ecco come funzionano negli altri Paesi europei
  2. Germania: kindergeld per tutti e congedo parentale
  3. Francia: aiuti fino a 2200 euro l'anno
  4. Danimarca: assegni mensili e congedi obbligatori
  5. Regno Unito: aiuti settimanali e materiali didattici gratuiti
  6. Olanda: assistenza per tutti e sussidi aggiuntivi per gli indigenti
  7. Spagna: parità tra mamma e papà e sussidi diversi a seconda della regione
  8. Italia: poche misure per le neomamme. Alcune fermate dal 2019
Usi & Consumi

Francia: aiuti fino a 2200 euro l'anno - 3/8

In Germania spetta un assegno crescente con il numero di figli a prescindere dal reddito, erogato in alcuni casi fino ai 25 anni. Nel Regno Unito c'è la “maternità condivisa”, cioè la possibilità di usufruire di 50 settimane di congedo parentale, di cui 37 pagate, suddividendole tra madre e padre. In Danimarca ogni mamma può stare a casa un anno. La Spagna è fanalino di coda con l'Italia

Il modello francese, il primo a cui il leader M5s ha detto di volersi ispirare, è meno generoso di quello tedesco, ma ugualmente importante. Secondo gli ultimi dati, risalenti al 2017, infatti, i Centri francesi per l’assegnazione degli aiuti alla famiglia, hanno dato supporto a 31,6 milioni di beneficiari, vale a dire 12,6 milioni di nuclei familiari, investendo 73,2 miliardi di euro. Il primo importante sussidio previsto da Parigi è il cosiddetto bonus bebè, molto simile a quello italiano. Alla nascita del figlio, una famiglia ha diritto al premio di nascita, pari a circa 930 euro per ogni neonato. Il premio rientra tra le “Prestazioni di accoglienza del bambino” (Paje) e spetta solo a chi ha un reddito annuo inferiore ai 35.872 euro, che salgono a 45.575 se lavorano entrambi i genitori. Sempre con un tetto di reddito, fino ai tre anni del bambino è previsto inoltre un allocation de base, vale a dire un assegno percepito mensilmente per far fronte alle spese del piccolo. La somma varia dai 92 euro ai 185, a seconda del reddito, e può essere percepita anche dai genitori adottivi per massimo 36 mesi dopo l’adozione. Dal secondo figlio in poi, il supporto viene riconosciuto automaticamente alla famiglia che ne ha bisogno, e corrisposto fino al ventesimo anno del figlio. Gli importi variano a seconda del reddito, ma, dal terzo figlio in poi, crescono in proporzione all’età del bambino. Con essi cresce anche la soglia di reddito, che arriva fino a 53mila euro. Previsti anche dei sussidi per l’assistenza all’infanzia, utili al pagamento di babysitter o per l’organizzazione di micro asili. Il governo si fa infatti carico di parte della spesa, fino a massimo l’85% dell’importo e massimo fino a 50 euro al giorno, per assumere un’assistente all’infanzia. L’importo è inversamente proporzionale al reddito. Tra le possibilità anche quella di mettere in piedi degli asili nido di quartiere, anche questi ampiamente sostenuti dallo Stato. Se uno dei due genitori decide di rimanere a casa per prendersi cura del bambino dopo la nascita, inoltre, è previsto un ulteriore sussidio, a patto di aver lavorato almeno due anni in precedenza. Infine, anche in Francia sono previste detrazioni fiscali per figli a carico. In particolare per chi ha bambini sotto i sei anni viene detratto il 50% del costo relativo all’assistenza, pari a massimo 1150 euro all’anno per servizi fuori casa e massimo 7500 euro annuali per la cura a domicilio.