In Germania spetta un assegno crescente con il numero di figli a prescindere dal reddito, erogato in alcuni casi fino ai 25 anni. Nel Regno Unito c'è la “maternità condivisa”, cioè la possibilità di usufruire di 50 settimane di congedo parentale, di cui 37 pagate, suddividendole tra madre e padre. In Danimarca ogni mamma può stare a casa un anno. La Spagna è fanalino di coda con l'Italia
Come dicevamo, l’Italia non è tra i paesi più virtuosi per quanto riguarda i sussidi alle famiglie. Proprio per questo il Movimento 5 stelle sta cercando strade alternative per snellire la burocrazia e permettere a più famiglie di accedere agli aiuti. Attualmente è previsto un bonus bebè di 80 euro mensili (che aumentano del 20% per il secondo figlio) per tutto il primo anno di vita del neonato. L’assegno è erogato solo se il reddito complessivo del nucleo familiare non supera i 25mila euro annui e aumenta a 192 euro mensili se non supera i 7mila euro annui. Anche nella penisola, come in altri Paesi, è previsto bonus mamme, erogato al settimo mese di gravidanza, pari a 800 euro. Si può richiedere anche un sussidio per il nido, limitato a 1000 euro annui (spalmati su 11 mensilità) disponibile per tutti i genitori, senza condizioni di reddito. Non più previsto dal 2019, invece, il voucher babysitter o asilo nido, cioè degli assegni telematici rilasciati dall’Inps del valore di 600 euro. Infine, previste anche detrazioni fiscali per famiglie con figli o familiari a carico. Le detrazioni sono possibili senza condizioni di reddito e sono pari al 19% delle spese per l’istruzione dal nido all’università.